Si vis …

Vocazione, Si vis …
Diverse giovani si accostano alla nostra vita … Scrivono, telefonano, chiedono di conoscerci da vicino, trascorrono del tempo con noi…. Sono giovani di oggi, con i tratti evidenti di una società matrice di risorse e contraddizioni. Giovani interpellate dall’istanza interiore di bloccare per un momento la corsa quotidiana dalle mille emozioni, parabola di una sete insaziata, e addentrarsi nell’esperienza della ricerca di senso che inevitabilmente conduce al fulcro di ogni perchè, porta all’esperienza dell’amore donato e ricevuto in una maniera che solo Dio Amore può far sperimentare.
Scoprono, allora, un modo semplice di vivere la vita: la ricerca del silenzio per custodire una Presenza, l’ascolto e la meditazione della Parola, il ritmo sacro della liturgia delle ore, la preghiera silenziosa e la cella come spazio intimo per l’incontro con Dio, un’apertura al Trascendente non astratta nè idealizzata ma fondata sulla “forza della debolezza” ossia sulla coscienza, leale, onesta dei propri difetti, limiti, peccati…. conseganti con fiducia a Lui: Amore misericordioso … E poi uno stile umano di giocarsi nelle relazioni, il lavoro svolto con cura e dedizione, la vita fraterna fonte di gioia e palestra per una continua conversione.
Il passaggio nella nostra vita diventa per molte occasione di profonda riflessione, proprio perchè impattano la normalità e, perchè no, la fragilità di una vita concreta, ordianaria, semplice ma corroborata dalla gioia profonda, sincera, dinamica, appagante di appartenere a Dio.
Alcune arrivano con un percorso spirituale già intrapreso, altre partono dall’ABC della vita spirituale, tutte però che, vadano via o si fermino, rimangono attratte e affasciante dal Carmelo, dall’aria che ivi si respira, dalla novità e bellezza di una vita vissuta da persone comunissime, con i pregi e i difetti di tutti ma che hanno incontrato Cristo: loro ragione di vita, senso della loro esistenza, il Tutto.
Più o meno esplicito sorge in loro il desiderio di comprendere cosa succede nel cuore di una persona chiamata da Dio alla vita monastica. Desiderio che parla già di una loro certa inquietudine di fondo, che esprime la percezione della incompiutezza delle molte esperienze che tante volte consumano, che manifesta la sensazione di cuori non pienamente appagati neanche dalle relazioni più sane e importanti.
Desiderio di capire, riconoscere dei segni….
Dio non agisce mai allo stesso modo e per ciascuno ha progetti di bellezza inaudita… Può giungere inizialmente dalle vie più disparate: un libro, un film, una persona, un evento lieto o triste… l’ascolto o la lettura di un brano della Sacra Scrittura, fatti o episodi magari sperimentati molte volte ma che in quell’ora, in quel momento, in quel frangente, penetrano come una spada a doppio taglio nel cuore, diventano un pensiero costante, stimolano alla ricerca, al confronto, alla lettura del Vangelo, portano alla preghiera. Si innesca un processo nel quale ci si sente protagoniste per così dire, passive, si avverte una istanza interiore e la necessità di dare una risposta. Dio, se mai lo è stato, smette di essere un idea, la fonte di valori o un creatore distante e dell’altro mondo… Dio prende volto e nome in Gesù di Nazaret e la sua persona umano/divina comincia a fare compagnia, a camminare nella quotidianità, a stare accanto sempre. La vita e il mondo di prima, se pur amati e interessanti, non si riescono più a concepire fuori dall’orbita di Gesù e si comincia a lasciare quanto non è in sintonia con la sua Bellezza, non per moralismo ma per un amore percepito e ricambiato. Si comprende di aver bisogno di essere aiutati a discernere la sua voce, a comprendere la sua Parola, a valorizzare la sua presenza sacramentale. Si avvia perciò una maggiore assidiutà alla vita di preghiera personale, si legge con più frequenza la Bibbia, si cerca la parrocchia o un gruppo e soprattutto si avverte l’esigenza di una guida spirituale.
La vita pian piano passa dall’autoreferenzialità all’abbandono confidente, dalla ricerca di sè e della soddisfazione dei propri bisogni, all’attenzione agli altri, ad un amore da donare con il cuore di Cristo non tanto attraverso l’esercizio di un opera caritativa tipica delle congregazioni di vita attiva, (cura dei malati, educazione, attenzione ai poveri e gli ultimi apostolato in genere in cui si riconosce, cerca e ama Gesù), quanto piuttosto attraverso tempi prolungati di preghiera, di meditazione, di offerta silenziosa, di donazione nascosta… e spazi di vita vissuti nell’apostolato del chicco di grano chiamato a morire per portar frutto.
Certo è importante darsi tempo per comprendere quale sia la volontà di Dio e non piuttosto fare “di testa propria” magari condizionate da fattori altri non risolti. Con l’aiuto di persone di preghiera e aggrappate alla Parola poi, è fondamentale comprendere quali talenti Dio dona e dove vuole vengano trafficati perchè la risposta sia costante, fedele e ogni giorno più piena, pura, vera in grado di polarizzare l’intera esistenza.
E poi …. si parte nell’avventura di una vita comunitaria dal volto concreto che, passo passo, insieme al padre spirituale, accompagna il cammino vocazionale, aiuta a discernere la volontà di Dio, permette alla persona di modulare continuamente ogni tratto della propria esistenza sulla frequenza di Cristo e, soprattutto. aiuta la persona a lasciarsi modellare fiduciosamente dall’amore esigente ma pieno e fecodno di Dio .
“Si vis ! ….
Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, donalo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi” (Mt 19,16-22)

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