Alla sequela di Gesù, nel suo esempio e su quello di sua Madre, la nostra vita comunitaria è suddivisa in vita di preghiera, vita di lavoro e vita di fraternità. Il secondo aspetto della vita comunitaria è essenziale per la crescita spirituale e umana perché attraverso di esso ci conformiamo al modello del Figlio di Dio che ha trascorso lunga parte della sua vita terrena a Nazareth, lavorando con Giuseppe e aiutando Maria, imprimendo un’enorme dignità al lavoro. Il lavoro è per noi mezzo di autosostentamento, attraverso la produzione di icone, candele, ceri pasquali. E’ inoltre strumento di santificazione e di ascesi, di difesa dalle insidie del nemico, che è amico dell’ozio (R15). E’ rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici, riconoscendone la sovranità sul creato e sentendoci responsabili per il compito di amministrare i beni che ci elargisce costantemente e gratuitamente. E’ un grazie operoso e fattivo che si traduce in gesti concreti, è risposta silenziosa alla chiamata a servirlo nella Chiesa e nel Carmelo.