Se ora ti trovi a leggere le righe di questo non è certo a caso. Oggi qui noi, come sorelle Carmelitane, guardiamo a Maria, fiore del Carmelo, stella del mare. Maria, voce del Silenzio. Una vita che parla senza parlare. Dove tutte le voci sbiadiscono e i pensieri tacciono, le sensazioni si acquietano e il tempo sembra non esserci più… dove tutto sembra lontano e vicino, e nulla disturba la pace di un riposo di tutte le forze e potenze… lì dove la soglia è impercettibile e il Mistero ti chiama a pensare tutto daccapo, a rileggere ogni avvenimento e a riconquistare i tuoi sentimenti rigenerati, in quest’area interiore che è la terra dell’incontro con Lui presente in noi, siamo chiamati a vivere, perennemente attratti da un sacro ascolto di Dio e a percorrere i sentieri dell’essere in pienezza al cospetto del Dio vivente.
Una vita semplice e comune, tra le sorelle o tra i fratelli… ma una vita capace di andare lì dove i confini tra il tempo e l’eterno si possono varcare, nella cella più interiore da dove l’uomo si affaccia in Dio. In quei sentieri tracciati dal Silenzio è possibile ascoltare il suono della vita che scorre. Ci è chiesto di salire la montagna dell’amore scendendo negli abissi del di dentro, in quell’abisso senza fondo che è l’ascolto di Lui, Parola. Maria ci insegna a mettere continuamente a confronto nel cuore tutti gli eventi della nostra e altrui vita per essere il sentiero che la Sua Parola sceglie per tornare, incarnata, nel mondo. Lo dice Elisabetta della Trinità: Mi sembra che l’atteggiamento della Vergine sia il modello delle anime interiori, delle creature che Dio ha scelto per vivere al di dentro, nel fondo dell’abisso senza fondo. (Elisabetta della Trinità) Ognuno di noi può dire. Sono partner di Dio, la mia identità è lui stesso. La virtù che Maria ci trasmette oggi è la discrezione, il discernimento, lo sguardo richiesto a chi si accinge ad abbracciare e a leggere la formula vitae che è Cristo Signore. Si tratta di vita, non di perfezione, intendendo per perfezione il non sbagliare mai.
La nota che distingue la nostra umanità è la finitudine e la fragilità. Lo scorrere del tempo, le esigenze dei singoli, le necessità che non dipendono da noi o dagli altri, ciò che la realtà offre… su questo va letta la vita di Maria perché non perda la sua forza esistenziale. Maria, uno stile di vita si vede in coloro che vivono alla luce di valori evangelici, ma ciò non comporta mai omogeneità. La bellezza di ogni formula vitae è la vita che anima e mantiene la formula non la formula che costringe la vita. E la vita Lei ce l’ha data!