Santuario

L’8 maggio 1857, vivente ancora Veronica Nucci, si iniziava la costruzione del Santuario con la benedizione e la posa della prima pietra. La nuova chiesa venne aperta al culto l’8 settembre del 1864. Il Santuario, dedicato alla Vergine Addolorata, non è grande, ma sufficiente per accogliere un congruo numero di fedeli. La pianta è a croce latina, con una semplice facciata in stile neoclassico. La cappella di sinistra è dedicata all’Addolorata. Un dipinto raffigura l’apparizione della Vergine a Veronica Nucci, morta il 9 novembre 1862, quando aveva solo 21 anni. I suoi resti mortali si trovano in questa stessa cappella. La cappella di destra è ora stata adattata a Coro per le Carmelitane che qui si sono stabilite dal 1992, Il Monastero carmelitano nato a Cerreto porta il titolo mariano di “Janua Coeli”, cioè “Porta del Cielo”.

Veronica Nucci

Nel 1841 Cerreto era un piccolo centro rurale dove vivevano appena quattro famiglie della discendenza dei Nucci, proprietari dei terreni circostanti. Una di queste era quella di Antonio Nucci e Maria Stella Franci, che avevano quattro figli. L’ultima fu una bambina, nata il 26 novembre 1841, che venne chiamata Veronica, a causa di un sogno premonitore della mamma durante la gravidanza. L’infanzia di Veronica trascorre in serena semplicità. La madre la educa nella Fede e nelle virtù cristiane che sono il patrimonio delle famiglie rurali. La giornata inizia al mattino prima del sorgere del sole.

Si pensa alla casa e ai lavori agricoli

Si mandano al pascolo le pecore, di cui si ha molta cura perché costituiscono il reddito fondamentale della famiglia. La sera, prima di cena, ci si riunisce per la recita del Rosario. Nei giorni festivi si partecipa alla Messa nella parrocchia di “S. Maria dell’Aquila” oppure a Sorano, dove si possono fare anche i necessari acquisti. Si praticano in modo particolare i cosiddetti “Venerdì sacrati”, con preghiere particolari al Crocifisso e alla Vergine Addolorata. Il parroco, Don Fedele Natali, definisce i genitori di Veronica “osservanti delle pratiche religiose, intemerati nei costumi e ottimi educatori dell’apparizione del 19 maggio 1853”. Nel pomeriggio Veronica, come al solito, è nei campi intenta a pascolare le sue pecore. Il cielo si copre pian piano di nuvole e l’aria si fa oscura. Presto lampi e tuoni creano un’atmosfera di paura. La fanciulla, che si trova con il fratello Tista (Giovanni Battista, più piccolo di lei), si affretta a spingere le pecore verso una capanna vicina per ripararle. All’improvviso scroscia la pioggia. Il fratello è già al riparo con le pecore, mentre Veronica si è fermata, stupita di vedere una signora vestita di bianco proprio in quel luogo, e stupefatta per il fatto che vicino a quella signora non piova…

Le reazioni

Tornata a casa, trovando la madre in cattive condizioni di salute, all’inizio Veronica non riferì quanto le era accaduto, ma tutti furono in grado di constatare con meraviglia come la fanciulla, pur rimasta in aperta campagna sotto la pioggia, come il fratello confermava, avesse gli abiti completamente asciutti. L’indomani però la mamma si riprende, e Veronica con semplicità le racconta tutto. C’è stupore e turbamento, c’è chi crede e chi pensa che sia solo una invenzione o illusione. Poi il cugino di Veronica, Nazareno, si alza di scatto prendendo una croce e manifestando il proposito di andare sul luogo della presunta apparizione. Molti lo seguono, e nel posto indicato da Veronica vedono con sorpresa, sulle zolle bagnate, le chiare impronte delle ginocchia di una persona genuflessa. Così si convincono della verità del racconto: la Madonna è veramente apparsa in quel luogo!

La cappella

Il 22 maggio viene informato l’arciprete Busatti, il quale si reca anche lui sul posto, dove ancora si vedono le impronte della “signora”, mentre constata che già tanta gente si reca sul posto formando i primi pellegrinaggi spontanei. Qualche giorno dopo, mentre Veronica prega nella collina dell’apparizione, sente una voce che le dice: “Veronica… fatti condurre dal Vescovo, e digli che qui si faccia una cappella”. Il Vescovo era Mons. Francesco Maria Barzellotti, che conoscendo già quel che avveniva a Cerreto, accoglie la fanciulla con benevolenza e l’ascolta con interesse. Apprezza la profonda autenticità e semplicità di Veronica, e si forma la convinzione che veramente la Madonna si sia servita di lei per manifestare la sua preoccupazione per i peccati dilaganti e spingere alla preghiera e alla conversione.

la porta del Castello
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santuario cerreto

La lettera di Pio IX

Il 20 luglio successivo, dopo un lungo ripensamento, scrive al Papa Pio IX, narrandogli in dettaglio quanto era avvenuto. E il 13 agosto il Pontefice gli risponde con una lettera il cui originale è oggi conservato nell’archivio della Diocesi di Pitigliano. Ecco un estratto di quanto scrive il Papa: “Scrivi di esserti occupato della cosa e di aver interrogata la stessa bambina. Quantunque non siano stati risparmiati severi avvertimenti ed ordini rigorosi, da vicino e da lontano vi è stato grande concorso di popolo, che ha pure elargito elemosine per innalzare a Dio una Cappella in onore della Sua Madre Addolorata. Chiedi consiglio a Noi come devi regolarti. […] E’ necessario… che quello che si è potuto scrivere circa alla Veronica Nucci sia custodito diligentemente in cotesto Archivio Vescovile. […] Lodiamo il pensiero, Fratello Venerando, di edificare una Cappella dove la Vergine Addolorata si narra essere apparsa alla fanciulla Veronica Nucci. A te, a cotesto Gregge e alla Chiesa universale sia di perpetuo presidio la Santissima Vergine Maria, per la quale Iddio dona tanti favori ed aiuti. […]”.

Dato a Roma, da S. Maria Maggiore,

il giorno 13 agosto 1853,

Anno VIII del Nostro Pontificato.

Pio P.P. IX

Questo documento pontificio, di indubbia importanza, ci dà una chiara prova dell’attendibilità dei fatti di Cerreto. Quella popolazione ha creduto e ha accettato il messaggio della Madonna, nel suo spirito più autentico e più soprannaturale, senza fanatismo o esaltazione. L’8 maggio 1857, vivente ancora Veronica Nucci, si iniziava la costruzione del Santuario con la benedizione e la posa della prima pietra. La nuova chiesa venne aperta al culto l’8 settembre del 1864. Il Santuario, dedicato alla Vergine Addolorata, non è grande, ma sufficiente per accogliere un congruo numero di fedeli. La pianta è a croce latina, con una semplice facciata in stile neoclassico. La cappella di sinistra è dedicata all’Addolorata. Un dipinto raffigura l’apparizione della Vergine a Veronica Nucci, morta il 9 novembre 1862, quando aveva solo 21 anni. I suoi resti mortali si trovano in questa stessa cappella. La cappella di destra è ora stata adattata a Coro per le Carmelitane che qui si sono stabilite dal 1992, Il nuovo Carmelo installato a Cerreto porta il titolo mariano di “Janua Coeli”, cioè “Porta del Cielo”. Anche il giorno dell’Apparizione, 19 maggio 1853, il contesto della visione a Veronica fu un temporale. Non un caso. Non una semplice perturbazione atmosferica. Ma un evento profetico! Doveva significare la presenza del Santuario dell’Addolorata al Cerreto: grazia di Dio per gli uomini, luogo di riconciliazione e di preghiera. Se è vero, come lo è, che nella mente di Dio non esiste passato, presente e futuro, ma un unico presente, tutti i particolari dell’Apparizione e del Messaggio a Veronica erano predisposti per un passaggio di eredità dalla pastorella al Carmelo. La nostra presenza qui di Carmelitane oranti è vigilanza, accoglienza, custodia di un grande tesoro che va distribuito in ricchezza spirituale alle anime. Niente viene alterato, tutto si ricollega a quella piccola nube biblica carica di acqua che, dove scende, lava e purifica l’anima alle fonti della Salvezza.

E in fondo Maria aveva chiesto non una Chiesa, ma una cappella, nome tipico attribuito alle Chiese dei Monasteri!

È stato scritto da un giornalista toscano un libro intitolato: La Signora del Cerreto. 

Il testo si può richiedere al Monastero oppure a: 

Mosaico Edizioni Firenze – Via della Colonna, 35/A – 50121 FIRENZE – Tel. 055/2345891 – mosaico@mosaicoeventi.it