Discernimento

Discernimento vocazionale
«La mia anima ha sete del Signore e con le lacrime io lo cerco. Signore, se Tu non mi avessi attirato con il Tuo amore, allora non ti avrei cercato come Ti cerco. Ma il Tuo Spirito Santo ha concesso che io ti conoscessi, e la mia anima esulta, poiché Tu sei il mio Dio e il mio Signore e io ho sete di Te fino alle lacrime. Desidera Dio la mia anima, e con lacrime io Lo cerco».
San Silvano
La vita monastica carmelitana è un grande solco carismatico nel quale come donne di diversa età o provenienza siamo chiamate a vivere il nostro rapporto con Dio in modo radicale.
Questa esperienza poggia sul presupposto fondamentale dell’ascolto come luogo dell’incontro, dell’accoglienza, dell’obbedienza a Cristo e alla sua Parola in una comunità concreta formata da sorelle chiamate da Gesù a lasciare tutto e a condividere una vita di comunione. Non si tratta, pertanto di una semplice attrattiva a una vita più profonda di preghiera ma una chiamata di Dio a stare con Lui, a condividere il Suo destino, a configurarsi a Lui, a rivestirsi di Lui.
Per questo motivo occorre un serio discernemento spirituale indispensabile per conoscere le motivazioni profonde e verificare la presenza più o meno velata di ostacoli che potrebbero non favorire una scelta libera e vera.
La prima cosa da considerare con attenzione è la persona che chiede di intraprendere il cammino monastico, la sua situazione effettiva, il contesto in cui vive, la sua storia umana e di fede; che cosa sta cercando, qual è la motivazione che la spinge a questa ricerca, quale grado di docilità mostra di avere, quale desiderio di essere guidata… Si tratta di comprendere innanzitutto quale cammino di maturità umana ha avviato, perchè questo è il terreno in cui la vocazione monastica potrà radicarsi: una certa stabilità negli stati emotivi, un’identificazione serena con la propria sessualità e la capacità di accogliere gli altri in quanto altri da sè. Questo discernimento è difficile ma ci sono dei criteri o segni positivi che aiutano a effettuarlo: il desiderio sincero di abbracciare la vita di comunità come mezzo per andare a Dio; la salute fisica, mentale ed emozionale per vivere pienamente questa vita: l’impegno a maturare un atteggiamento di umile docilità, basata su una vita teologale che permette gradualmente di imparare a vivere senza tensioni sia in solitudine sia in comunità.
Tutto ha inizio quando nel cuore della persona si presentano e rimangono persistenti: il desiderio della vita monastica percepita nell’animo come una irrresistibile seduzione; l’intuizione che la propria felicità è realizzabile solo in questo stato di vita; qualsiasi altro progetto perde consistenza; una forte spinta interiore alla preghiera e a tutto ciò che riguarda Dio.

“Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia” (At, 22, 10).
Il richiamo di queste istanze interiori richiede tuttavia una verifica seria e approfindita insieme a persone spirituali, in grado di illuminare, accompagnare, seguire la persona nel suo cammino di discernimento. Subentra quindi la figura di una guida spirituale alla quale aprire il cuore, affidare con fiducia la propria crescita spirituale, condividere il cammino fino ad ora fatto, una guida con la quale rileggere il passato a partire dalla persona di Gesù, dalla sua storia e dai suoi atteggiamenti che ci invita a fare nostri ” Imparate da me..” in questa prospettiva possiamo comprendere cosa il Signore vuole. La guida spirituale auiterà a comprendere come Gesù tocca e fa ardere il cuore orientando la giovane a vivere con assiduità una vita di preghiera, a compiere opere di carità, ad avere una intensa vita sacramentale .
Una buona guida nel discernimento vocazionale aiuta ad individuare alcuni atteggiamenti positivi come segni per riconoscere dietro al desiderio della persona la chiamata di Dio:
1. La persona riesce a notare collegamenti tra i vari fatti della vita;
2. La persona, introdotta alla lettura biblica comincia a provare il gusto del confronto con essa. Nel testo sacro percepisce Dio che parla di lei e con lei;
3. La persona prova stupore per le cose belle ricevute;
4. La persona prova gratitudine per Dio e per le mediazioni che ha utilizzato (genitori, persone, ambiente, incontri occasionali, incidenti, ecc.);
5. La persona riesce a notare i piccoli gesti d’amore;
6. La persona riesce a commuoversi più per la vita che per la morte (essendo noi fatti per la vita);
7. La persona arriva a considerare la vita come dono;
8. La persona riesce a vedere Dio nelle esperienze e nelle persone che la circondano.
Questo è il fine del Discernimento Vocazionale: portare la giovane ad annunciare con gioia quanto Dio compie nella sua vita. Aiutarla a scoprire la Parola che Lui pronuncia sulla sua vita! Durante il cammino con la Guida Spirituale la giovane acquista sempre maggiore sensibilità alla voce di Dio rivelando anche inclinazioni e aspirazioni riconducibili ad un tipo di vocazione piuttosto che a un’altra. Il si definitvo e libero verso il Carmelo spetterà però alla giovane…
Presa la decisione di intraprendere il cammino vocazionale al Carmelo non potranno mancare alcuni criteri per procedere nel discernimento:

• La carità fraterna: “Gareggino nello stimarsi a vicenda”(Lettera di S. Paolo ai Romani 12,10) 

• L’amore ardente per la Parola di Dio e per l’ufficio divino: la preghiera della comunità alimenta la vita spirituale e aiuta a lodare Dio in modo autentico.

• La preghiera personale e l’amore per il silenzio e la solitudine: “La vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola sacra liturgia. Il cristiano deve anche entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto” (Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium 12).
• Costante cammino di trasformazione: puritas cordis
In sintesi: la ricerca della volontà di Dio nel concreto della propria esistenza, richiede la messa a punto di un metodo, di criteri e di regole di discernimento attraverso un duplice movimento: con l’aiuto di una valida Guida Spirituale, in prima istanza è necessaria una chiarificazione dei passi che aiutano nella retta impostazione del discernimento spirituale; in un secondo momento si affrontano più direttamente i criteri da usare e le regole da osservare nella maturazione e nell’itinerario stesso del discernere. Seguendo le tre tappe fondamentali del “sentire”, del “giudicare” e dello “scegliere”, vengono raccolti e richiamati i principali criteri e le regole che generalmente sono di maggiore aiuto a chi è chiamato ad affrontare un processo di discernimento, distinguendo quelli che maggiormente interessano il “discernimento delle mozioni” da quelli che riguardano piuttosto il “discernimento operativo”, da vedersi sempre, tuttavia, entrambi come momenti di un’unica esperienza.

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