Il SENTIERO l’ho trovato da tempo!

Santa Teresa di Gesù Bambino

“Non credere che io navighi nelle consolazioni. Oh, no. La mia consolazione sta nel non averne sulla terra. Senza manifestarsi, senza far sentire la sua voce, Gesù mi istruisce nel segreto… Egli si compiace di mostrarmi l’unica strada che conduce a questa Fornace Divina”… s. Teresa di Gesù Bambino

Santa Teresa di Gesu Bambino

Santa Teresa di Gesù Bambino

Una ragazza di ventiquattro anni a cui restano sei mesi di vita. Sul volto si leggono i segni del male che la distrugge: viso congestionato dalla febbre, inappetenza, astenia fisica, fatica a reggersi in piedi. Esonerata da tutte le occupazioni del monastero: ufficio in coro, lavoro di lavanderia, impegno in noviziato, ricreazioni in comunità, Teresa non si arrende: nel suo letto di dolore, senza consolazione alcuna perché da tempo vive la notte della fede, continua a salire con serenità il monte. Il sentiero l’ha trovato da tempo: le pagine del vangelo. Non grandi penitenze, ma appena un “oggi” per amare. Tra le sofferenze indicibili delle cure che le fanno per la tisi che la fa tossire senza sosta e la cancrena diffusa all’intestino Teresa continua a camminare in infermeria per i missionari lontani, perché quel sacrificio che la sottopone a dolori strazianti, sacrificio nascosto che Dio solo vede, porti loro un po’ di sollievo. Aveva scritto in una lettera alla sorella l’anno prima di morire: “Bisogna scegliere di restare sempre poveri e senza forza, e qui sta la difficoltà.

Bisogna cercare il povero di spirito non in mezzo alle grandi anime, ma molto lontano, nel nulla. Restiamo il più lontano possibile da tutto ciò che brilla, amiamo la nostra piccolezza, desideriamo di non sentire nulla. Allora saremo poveri di spirito e Gesù verrà a cercarci, per quanto lontano ci troviamo e ci trasformerà in fiamme d’amore… è la confidenza che deve condurci all’amore”. La strada, il sentiero che porta alla vetta del Monte, a Cristo, è la via concreta che si staglia ogni mattina di fronte a noi. Nelle cose di sempre, nella monotonia del quotidiano, nel nascondimento dell’ordinario è il sentiero che porta ai segreti dell’incontro con la vita. E il sentiero che sale il monte è il sentiero di una grande confidenza in Colui che è la nostra forza, un sentiero che scende, il sentiero del vangelo che chiede di essere ultimi. Un po’ come per le molle: se si vuole che la forza di spinta sia maggiore bisogna schiacciarle fino in fondo! Che la nostra consolazione sia non avere consolazioni: per non cercare sentieri effimeri lontani dalla nostra realtà, per non sperare in qualcosa che deve arrivare e non arriva mai, per vivere quella realtà che nessuno vede (neanche noi…) e che porta nel segreto il sapore dell’eternità.

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