22 Ago Vita contemplativa
Clausura
Le monache sanno di aver ricevuto un dono grande per un atto di misericordia del Signore e si impegnano a corrispondere a tale grazia alla quale lasciano gradualmente spazio nel loro cammino di crescita e di scoperta del piano di Dio sulla loro persona e della missione particolare affidata ad ogni comunità. Sono figura visibile di ciò che sarà in futuro; tutti infatti contempleranno il volto del Signore senza avere necessità di altro, in un’eterna felicità. Ogni uomo è chiamato a una dimensione contemplativa della vita pur non scegliendo una “vita contemplativa” in senso stretto.
I monasteri possono, nella misura e secondo le modalità che convengono al proprio spirito e alla tradizione della propria famiglia religiosa, accogliere quanti desiderano attingere alla loro esperienza spirituale e partecipare alla preghiera della comunità, mantenendo la separazione materiale che richiama il significato della vita contemplativa e una custodia delle sue esigenze. Con un animo libero e accogliente, con la tenerezza di Cristo le monache portano in cuore le sofferenze e le ansie di quanti ricorrono al loro aiuto e di tutti gli uomini. Solidali con le vicende della Chiesa, collaborano spiritualmente all’edificazione del Regno di Cristo perché Dio sia tutto in tutti.
La disciplina della clausura costituisce un dono perché tutela il carisma fondazionale dei monasteri. Le monache carmelitane, per esempio, hanno una clausura papale, che è segno, protezione e forma della vita integralmente contemplativa. La separazione attraverso muro e grata, è un mezzo di valore, ma non il fine che è sempre e solo l’unione con Dio unico Signore della vita.” (Verbi Sponsa, 1999)
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