04 Dic Il lavoro nella vita contemplativa
“Dovete fare qualche lavoro, affinché il diavolo vi trovi sempre occupati e non abbia ad entrare nelle vostre anime attraverso il vostro ozio” Regola, 20.
Queste sono le parole con le quali la nostra regola carmelitana, fedele alla più antica tradizione monastica intravede nel lavoro un mezzo utile per rendere forte lo spirito e costituisce quel valido e fecondo aiuto per un cammino spedito verso la scalata della vetta del Monte che è Cristo Signore.
Il lavoro, nella tradizione carmelitana ha sempre costituito un mezzo efficace di promozione dell’essere umano e della crescita spirituale. Siamo memori del fatto che esso costituisca una sorta di attrezzatura essenziale per l’equilibrio psicofisico e contribuisce in buona parte allo sviluppo della personalità.
Siamo consapevoli che il centro della nostra vita è “meditate notte e giorno la Parola del Signore” e propriamente l’atteggiamento che ci appartiene è quello dell’adorazione. La preghiera continua ci aiuta nell’essere attente alle necessità delle persone. Portiamo davanti al Signore ogni fratello e sorella e l’impegno primario consiste in quelle sette ore di preghiera al giorno che ritmano l’arco della quotidianeità. All’interno della spiritualità carmelitana la dimensione del lavoro manuale educa alla fatica, alla sopportazione, al valore del riposo, del senso della festa.
Il lavoro nella dimensione claustrale acquista un valore più profondo uscendo da una logica di efficientismo ed efficacia. Non c’è un’impalcatura motivazionale simile a quella mondana dove assume il primo posto il successo, la carriera, il benessere, il guadagno. La comunità cerca di condividere la fatica di ogni uomo e donna nell’impegno quotidiano del lavoro e nella corresponsabilità nell’uso dei beni, nella precarietà dell’oggi, affidandosi alla misericordia di Dio che provvede a rivestire i gigli dei campi e sostiene passo passo il nostro cammino.
Attraverso il lavoro umile dei campi, cerchiamo di farci solidali con i più poveri e di provvedere, per quanto ci è possibile con le nostre mani al fabbisogno giornaliero. La comunità provvede a un giovane frutteto che pota e concima per poter ricavare frutta e fare marmellate. Cura l’orto e coltiva granaglie per gli animali da cortile. Anche la coltivazione deIla terra viene fatta con estremo impegno e pazienza sapendo che dalla passione e dal nostro ingegno nasce la qualità del prodotto finale che sarà frutto del nostro approccio alla vita! Nel quotidiano lavoro della comunità e il lavoro più professionale che noi monache possiamo realizzare come carmelitane che donano se stesse e servono le sorelle, si tramutano in occasioni di condivisione con i più poveri ed espressione della costruzione della civiltà dell’amore a cui tutti cooperiamo.
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