Gesù è il Signore Gv 21,7

Il nome Kyrios possiede una dimensione Salvifica che si esprime nell’esperienza pasquale: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (At 2,36). Kyrios traduce l’ebraico ‘Adôn(aj), sostituivo nella lettura liturgica della Bibbia del nome impronunciabile di Dio: Yhwh. La comunità cristiana Con il titolo Kyrios riconosce Gesù risorto come suo Signore, intronizzato alla destra di Dio, rivelatore della signoria di Dio nel mondo e nella storia. La sua “Kyrialità” nella nostra vita è riconoscerlo presente, “capace” di educarci alla conoscenza autentica del reale. E’ accogliere questa Presenza che invade la vita e con la quale è possibile affrontare ogni circostanza, ogni frattura, tutti i colpi, le avversità in quanto possibilità di attesa per accogliere quel Mistero che decifra l’oscurità sostenendo il passo in un progetto che non ci appartiene.

In passato chi disponeva di qualcosa ne era signore; il re era signore di un territorio; il più alto signore della terra è Dio (Mt 11,25) perciò Signore sta a indicare il potere regale di Dio. Viene attribuito a Gesù (Mt 22,43-45; Mc 7,28; Lc 1,43; 2,11; 7,13), come colui che risorto viene innalzato entrando nel cuore del mondo e dell’uomo.

Dal momento in cui Gesù ha preso un corpo ed è risuscitato il mondo è cambiato: egli ha fatto sì che non si potesse più parlare di Dio e dell’uomo senza pensarli l’uno in rapporto all’altro. L’uomo immerso nella morte gloriosa di Gesù forma un solo essere con Lui. Si è compiuta una radicale trasformazione al punto di accettare di vivere come Lui il dono totale di sé al Padre e ai fratelli. Scendere nella propria vita con il dono dello Spirito che non cessa di formare in noi la persona di Gesù vuol dire scendere nel cuore del mondo per lasciar risalire questo carattere di Figlio di Dio. Il mistero di comunione con Gesù è l’unica fonte vitale cui attingere la novità della vita e l’unico mezzo per essere introdotti nelle profondità della vita trinitaria. Attraverso l’umanità di Gesù vivente in noi per mezzo dello Spirito Santo, possiamo accedere alle profondità di Dio, mistero insondabile di amore. “Verremo a lui e prenderemo dimora presso di Lui” (Gv 14,23). Con il dono del suo corpo glorificato Cristo che ha fatto della sua vita un’offerta al Padre, infonde la vita divina all’uomo.

È nel mistero pasquale che egli realizza la via della salvezza, Egli che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). L’avvenimento della Pasqua non si può misurare guardandolo solo nella sua realtà storica; è necessario scoprirne la dimensione universale e attuale. Cristo morto e risuscitato è Signore del tempo e della storia, in questo senso è presente agli uomini di tutti i tempi e a tutta la realtà dell’uomo nella sua profondità. Il titolo di Signore implica ugualmente il significato messianico, ma lo sorpassa per sottolineare la regalità misteriosa di Gesù. La predicazione apostolica presenta sempre il titolo Signore unito al nome Gesù Cristo perché tutti possano credere in lui: “Gesù è il Signore” (Gv 21,7).

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