Abbracciare la vita contemplativa

4. Chiamata da Dio all’Amore

Dio ci ha amate per primo e ci ha chiamate a partecipare all’autentica comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa chiamata è rivolta ad ogni cristiano perché tutti i battezzati sono destinati a condividere le abbondanti grazie che sgorgano dalla nostra unione con Dio. Senza dubbio noi, che siamo state raggiunte da Lui e abbiamo sperimentato il suo amore, desideriamo rispondere alla sua chiamata in un modo più radicale. Nell’abbracciare la vita contemplativa, conosciamo già qualcosa di Colui che ci chiama, le esigenze della sua chiamata e attendiamo il pieno compimento delle promesse che esse racchiudono. L’amore ha le sue esigenze. L’amore non attende ricompensa. Così, camminiamo verso la pienezza di Dio. Egli è amore.

5. Come donne

In principio Dio diede alla donna un ruolo concreto nella storia umana. Dopo la creazione dell’uomo, disse: ” Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile” (gen 2,18). Dalla costola presa all’uomo, il Signore Dio creò una donna e la condusse all’uomo che esclamò: ” Questa volta essa è carne della mia carne e osso dalle mie ossa” ( Gen 2,23a ).

Dio ha dotato la donna, creata con uguale dignità dell’uomo, di doni speciali differenti da quelli dell’uomo. “La donna è un altro “io nella comune umanità. Sin dall’inizio essi, uomo e donna, appaiono come “unità dei due” ( LV, 6). La femminilità manifesta l’essere umano, al pari dell’uomo, ma in una maniera diversa e complementare.

Il genio femminile naturale di una donna la predispone ad essere aperta, recettiva e a dare accoglienza al mistero della vita e della fede, tenera ed affettuosa per accudire gli altri, profondamente sensibile ed intuitiva nelle attenzioni, generosa e fedele nelle relazioni. Con una capacità unica di sentire nel suo cuore le necessità e le lotte degli altri, può porsi al loro servizio con amore. Senza dubbio questi doni possono essere sfruttati dagli altri ed essa stessa li può usare male ed egoisticamente. Per esempio, la sensibilità e la generosità nell’amare possono giungere ad essere irrazionali, possessivi e soffocanti. Nonostante questa realtà di luci e ombre, forza e debolezza, può essere forte quando risponde nella fede e nella speranza, a Dio che chiama. Ella è chiamata all’unione dell’amore nella maternità e nella verginità.

Entrambe-maternità e verginità- si uniscono in una maniera singolare nella vocazione della monaca carmelitana di clausura. La relazione sponsale della monaca con il Cristo nella verginità rende possibile una certa maternità secondo lo spirito. Questo è il cammino attraverso il quale ella realizza il valore personale della sua femminilità, facendo di se stessa un dono a Cristo. Rispondendo alla chiamata verso la trasformazione e la manifestazione dei valori del Vangelo, “può tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere”. Attraverso la sua consacrazione, si converte in segno della relazione sponsale tra la Chiesa e Cristo. Questa è la relazione intima che Dio vuole stabilire con il suo popolo.

La consegna di se stessa al prossimo nei quotidiani momenti della vita del chiostro, contribuisce grandemente all’estensione della civiltà dell’amore, tanto necessaria nel mondo d’oggi. “così, al cuore amante e alle mani giunte delle claustrali è affidato il cammino della Chiesa ” (VS 4)  RIVCM

Nessun commento

Aggiungi un commento