Sant’Angelo di Sicilia, Martire Carmelitano

Sant’Angelo, martire

Tra i primi carmelitani che nel XIII secolo dal Monte Carmelo, in Terra Santa, furono costretti a tornare in Occidente sbarcando in Sicilia emerge la figura di Angelo che ricevette il dono del Martirio a Licata nella prima metà del XIII secolo. Il suo culto si diffuse presto non solo nell’Ordine ma in particolare modo nel popolo e insieme a sant’Alberto di Trapani rappresentano figure care alla tradizione e alla spiritualità. . Vengono considerati veri Padri e maestri, nell’iconografia medievale sono rappresentati accanto alla Madre di Dio.

Anche a lui ricorre il popolo siculo nelle varie necessità, rivolgendosi, con rinnovato affetto e speranza. Sant’Angelo viene particolarmente ricordato per aver liberato il popolo dalla peste.

Angelo, un uomo, un carmelitano, un testimone, un innamorato di Cristo che con mansuetudine ritorno in Sicilia e mori a Licata.
Venerato dal popolo come testimone della fede, sul luogo del suo martirio edificarono una chiesa e deposero il corpo.  Solo successivamente, in quello stesso luogo venne  costruita una chiesa di dimensioni maggiori, la tradizione vuole che il Santo intercedette per la liberazione della città dalla peste. Siamo nel 1625.

Insieme con Sant’Alberto è tra i primi due santi Carmelitani che ebbero culto nell’Ordine. Anche per tale motivo vengono considerati “i padri”. La Sicilia presenta diversi luoghi dove sant’Angelo è patrono e il popolo si rivolge a lui con grande tenerezza e fiducia.

SANT’ANGELO DI SICILIA -Icona del Monastero Janua Coeli-

 

 

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