Oggi Dio

“Arma” di Luce

Oggi Dio ci chiede di rimanere con Lui, in silenzio, sotto la croce, dentro il mistero di una “divina debolezza”, disarmante, umanamente inconcepibile….
Oggi Dio invoca un atto d’amore che superi le nostre ripugnanze, che non ci faccia scappare dall’assurda sofferenza, che ci addentri docilmente e umilmente nel dolore.
Oggi Dio ha sete…. di cuori coinvolti nell’incendio della sua Passione per l’uomo.
Oggi Dio cerca fratelli a cui donare Maria e figli da affidare alla Madre.
Oggi Dio accoglie i cuori “ladroni” lacerati dalle loro colpe e riscatta con promesse di beata e immediata eternità.
Oggi tutto è compiuto. Il crocifisso si leva in un orizzonte di amore infinito. Non è remissività, non è cedimento… Dio prende su di sé tutta la sofferenza umana, la prende con amore, per amore, nell’amore.
Oggi, quella croce, strumento di morte, diventa arma di luce.

Giorni di profonda preghiera e di incontri ravvicinati in Colui che va immergendosi nel silenzio dell’Amore consumato fino alla fine. Di fronte alla persona amata che muore, cosa si può dire? tacere e stare lì, accanto, a raccogliere tutto ciò che è ancora è quanto si può fare. Come Maria. Come le donne. Come Giovanni. Come i discepoli lontani che trepidano in momenti difficili la loro non comprensione del Mistero di un Dio “fallito”. Come i soldati che lacerano le vesti e tirano a sorte. Come i crocifissi accanto. Come il Padre che sostiene il suo prediletto nella consegna totale all’Amore. Come i sacerdoti dell’antica alleanza che tentano il Figlio di Dio: Scenda dalla croce e gli crederemo! A cosa servirebbe quel “credere”? Quando lo sguardo non è trasparente, la fede non può germogliare. Il cuore è chiuso.
Possiamo oggi noi, vasi di aceto, offrire un po’ di sollievo alla sete di un Dio esausto di amore

Accadde un giorno che, entrando nell’oratorio, vidi una statua portata lì in attesa di una certa solennità che si doveva celebrare in casa e per la quale era stata procurata. Era un Cristo tutto coperto di piaghe, e ispirava tale devozione che, guardandola, mi turbai tutta nel vederlo ridotto così, perché rappresentava al vivo ciò che egli ebbe a soffrire per noi. Provai tanto rimorso per l’ingratitudine con cui avevo ripagato quelle piaghe, che pareva mi si spezzasse il cuore, e mi gettai ai suoi piedi con un profluvio di lacrime, supplicandolo che mi desse infine la forza di non offenderlo più.”
(Santa Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa, Vita)

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1 Comment
  • ida
    Pubblicato alle 22:17h, 25 Marzo Rispondi

    che dire,anime sante , vorrei, povera peccatrice, somigliarvi un po’; essere vicina a Gesù come lo siete voi! Grazie per farmi partecipe delle vostre riflessioni fanno tanto bene al cuore!
    Tanti auguri per una santa Pasqua.

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