Giuseppe si alzò, nella notte

Giuseppe si alzò, nella notte

… Ha appena vissuto l’evento misterioso della nascita di Gesù osservando in silenzio pastori, angeli, magi … prostrarsi in adorazione davanti a quel bambino che gli è stato consegnato da Dio, a cui ha dato, con un profondo atto di fede e amore per Maria, il nome e la paternità …, e Dio già ritorna da Giuseppe, chiedendogli un rinnovato e sollecito abbandono al mistero … «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Nuovamente, nella notte della fede, aderisce al volere di Dio, entra nel Suo disegno d’amore con maturità e responsabilità, da uomo e padre, si fai carico della vita di Maria e del bambino, si prendi cura di loro, collabora fedelmente, senza troppe domande, lasciandosi interpellare dagli eventi, ascoltando il cuore, al progetto di salvezza che Dio da sempre ha pensato per l’umanità ferita dal non amore.

Ed io? Uomo, donna del terzo millennio, smanioso di protagonismo, cultore dell’autorealizzazione e dell’autosufficienza, figlio di una mentalità egocentrica e ipertrofica, come posso guardarti Giuseppe e non rimanere “svilito”dal tuo autoannullamento? Come posso, anche se cristiano, considerare accettabile la docilità con la quale ti inabissi nella volontà di Dio senza se e senza ma?

La tua risposta Giuseppe non è frutto di un sentimentalismo di basso profilo, tu sei un uomo di fede, hai imparato nel tempo a metterti in ascolto, e sai per fede, che “ la Scrittura si compie in chi la osserva.”

Non è per nulla facile per te, tu sei giusto ma uomo come noi, tuttavia mantieni sempre il cuore in ascolto, permetti all’Eterno di stabilire in te la sua casa … il tuo udito interiore è raffinato … lì, nell’intimo di te stesso, svuotandoti di ogni pretesa, fai spazio a Dio e gli permetti di fare il suo ingresso nella tua vita, di chiederti quanto desidera, di essere “il tuo Signore”.

Tu sai che la fede non conosce condizioni e pronunci il tuo si in modo consapevole, totale e totalizzante.

Giuseppe,

custode per fede e amore,

della famiglia di Nazareth,

insegnaci a superare la trincea

dei nostri ragionati calcoli,

per ascoltare ,

oltre il suono del tempo e degli eventi,

il sogno di Dio per noi

e aderire, come te, con fede e amore,

al gran disegno della Misericordia

Amen

1 Comment
  • Pingback:Vangelo IV domenica di Avvento
    Pubblicato alle 13:21h, 27 Dicembre Rispondi

    […] Giuseppe, raccontami cosa hai provato quando al risveglio riaffioravano in te le parole: Giuseppe,  figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa,  perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.  Lui l’atteso, la speranza del popolo, viene verso di te come compimento e non più come promessa. Da te ha preso una discendenza, Colui  che è la salvezza di Israele, scegliendo te come datore di un nome. Figlio di Giuseppe secondo la legge: nel tuo nome le sue origini! Raccontami Giuseppe cosa hai provato al risveglio, se ti sei svegliato da quel sogno. […]

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