
Sub tuum presidium confugimus
Tra i tropàrion dedicati alla Madre di Dio, il Sub tuum presidium confugimus è il più antico (III sec.) da esso emerge l’usanza di rivolgersi a Maria come Madre di Dio nel momento del bisogno.
Nel file audio possiamo ascoltare l’antifona mariana tratta dal ricco repertorio del canto gregoriano, nel tempo si è prestata ad essere musicata da grandi artisti. Attualmente questa preghiera la troviamo tra le invocazioni con cui si conclude la liturgia delle Ore della Compieta. Il brano che è possibile ascoltare è il canto dell’antifona mariana che segue le litanie lauretane del coro delle monache carmelitane di Cerreto. Questa melodia gregoriana, nel modo VII, si snoda in una semplice e confidente richiesta di aiuto e in un sereno abbandono.
La bellezza del termine praesidium valica la connotazione del lessico militare e significa esattamente “luogo difeso da presidio” ma nell’accezione più ampia indica il tutelare, proteggere, custodire. Vergine Maria è considerata presidio potente dei cristiani, è la Madre a cui potersi rivolgere per essere accolti e sostenuti lungo i momenti difficili del cammino, è Lei che intercede per ognuno presso il Figlio. E’ Lei la Vergine Madre santa, “sola pura” , e “benedetta”.Questa antica preghiera allude alla totale Santità di Maria e alla perpetua verginita. Proprio alla Virgo Purissima si rivolge la supplica del fedele che vive nel pericolo e nella prova. Il testo primitivo della preghiera Sub tuum presidium confugimus, ritrovato ad Alessandria d’Egitto, venne probabilmente composto nel periodo delle persecuzioni di Valeriano e Decio. Troviamo questa preghiera già presente nella liturgia copta natalizia del III secolo.
testo originale |
Completabile in greco |
trasliterazione |
Traduzione latina |
[…]πὸ[…] εὐσπλ[…] καταφε[…] Θεοτόκετ[…] ἱκεσίαςμὴπαρ ίδῃςἐνπεριστάσει[…]ἀλλἐκκινδύνων[…]ρωσαιἡμᾶς μόνη[…][…]ηεὐλογημένη[…] |
Ὑπὸ τὴν σὴν εὐσπλαγχνίαν, καταφεύγομεν, Θεοτόκε. Τὰς ἡμῶν ἱκεσίας, μὴ παρίδῃς ἐν περιστάσει, ἀλλ᾽ ἐκ κινδύνων λύτρωσαι ἡμᾶς, μόνηἉγνή, μόνη εὐλογημένη. |
Hypò tèn sèn usplanchnían, Katapheúgomen, Theotóke. Tàs hemôn ikesías, mè parídes en peristásei, All’ek kindýnon lýtrosai hemâs Móne hagné, móne eulogeméne |
Sub misericordiam tuam confugimus, Dei Genetrix. Nostras deprecationes ne despicias in cessitatibus, sed a periculis salva nos,sola sancta et benedicta. |
Versione romana |
Traduzione italiana |
Testo ambrosiano |
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Sub tuum praesidium confugimus,Sancta Dei Genetrix.Nostras deprecationes ne despiciasin necessitatibus,sed a periculis cunctislibera nos semper,Virgo gloriosa et benedicta.
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Sotto la tua protezione troviamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
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Sub tuam misericordiam confugimus Dei Genitrix nostram deprecationem ne inducas in tentationem sed de periculo libera nos sola casta et benedicta
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