Canti Liturgici

Una raccolta dei canti liturgici
eseguiti dalle monache del Monastero Janua Coeli

Rendete Grazie al Signore perché è buono

 

Salmo Responsoriale della II domenica di Pasqua  Musica Sefania Bono

Ritornello: Rendete Grazie al Signore perché è buono il suo amore è per sempre

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Rendete Grazie al Signore perché è buono il suo amore è per sempre

La destra del Signore si è innalzata,

la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

Rendete Grazie al Signore perché è buono il suo amore è per sempre

La pietra scartata dai costruttori

è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

 

La vittoria verso i nemici viene cantata dal Salmista. Si tratta di una vittoria militare e lo si evince dall’accampamento ” tende dei giusti” e dalle “grida di giubilo e di vittoria” tipiche del dopo battaglia. Il salmo potrebbe essere stato scritto allora dopo la vittoria su Nicanore e la purificazione del tempio di Gerusalemme, intorno al 165 a.C.Il Salmo si apre con un invito: Celebrate la misericordia di Dio che è eterna! La celebri tutto il popolo, tutto “Israele dica il suo Amore”, anche la casa di Aronne, e tutti coloro che temono Dio proclamino il suo amore. il salmo si apre nell’alternanza di due cori e di un solista che fa emergere Dio come datore di forza, come colui che l’ha sorretto contro i suoi nemici. La confidenza nel Signore è stata per lui unico sostegno. Non ha ceduto all’idolatria, “cadere” ha proprio questo significato di volgersi a dei stranieri. Il solista sa bene che la lotta non è terminata e che “”resterà in vita per annunciare le opere del Signore” quali la liberazione dalla terra d’Egitto, l’alleanza stipulata con Israele sul monte Sinai, l’ingresso nella Terra Promessa. 

Il solista che è Giuda Maccabeo apre le fila di un corteo fino alle porte del tempio ormai purificato, è “la pietra scartata dai costruttori” da tutti colori che si erano assoggettati ai costumi ellenistici, ma questo è il giorno della vittoria, del culto nella casa del Signore in cui formare un “corteo con rami frondosi fino ai lati dell’altare”, per celebrare l’amore di Dio e cantare la sua misericordia senza fine

 

Dalla Spiritualità Carmelitana

 

 

In me io non vivo più

1. In me io non vivo più,
senza Dio viver non posso;
e di Lui e di me priva,
questa vita che sarà?
Spero sol che mille morti
la mia vita si farà,
morendo perché non muoio.

2. Questa vita che io vivo
è di viver privazione,
e perciò morte perenne
finché in Te io non vivrò.
Senti, Dio, quanto ti dico,
questa vita io non la voglio,
che muoio perché non muoio.

3. Mentre sto da Te lontano,
quale vita posso avere,
se non soggiacere a morte,
la peggior che mai vi fu?
Ho di me sommo dolore,
giacché vivo in tal maniera,
che muoio perché non muoio.

4. Il pesce dall’acqua uscito
ha ancor qualche conforto,
che alla morte che incontra
alcun vantaggio trova.
Quale morte sarà uguale
al mio vivere penoso,
che più vivo, più io muoio?

5. Quando credo consolarmi
di vederti in Sacramento,
mi diventa gran tormento
non poterti ancor goder;
tutto serve a maggior pena,
non vederti come voglio,
e muoio perché non muoio.

6. Toglimi da questa morte,
Dio mio, e dammi la vita;
non mi tenere irretito
in un laccio tanto forte;
sappi, io peno per vederti,
e il mio male e sì profondo
che muoio perché non muoio

7. Piangerò ormai mia morte,
e deplorerò mia vita,
fino a quando conservata
per i miei peccati è.
O mio Dio! Quando sarà
che io possa dir davvero:
Vivo perché non muoio?
                                 San Giovanni della Croce, carmelitano

dalla spiritualità carmelitana:

Questo testo poetico di san Giovanni della Croce, mistico carmelitano spagnolo (1542 -1592), efficacemente esprime la vocazione presente nel cuore dell’anima innamorata che vive la lontananza dell’amato.  La ricerca di Dio in San Giovanni della Croce è sensibilmente accompagnata da una crescita nella percettività di ciò che appartiene “al mondo”. Questa crescita e questa capacità non è la semplice percezione del bene e del male quasi se dovessimo formulare un giudizio. Nella quotidianeità sappiamo fin troppo ciò che è bene e ciò che è male. La straordinareità di san Giovanni è la crescente adattabilità di questa formulazione al momento presente. Riusciva a calarsi così bene nel cuore dell’uomo  da sapere ciò che permetteva di crescere in percettività e compiere i desideri profondi del nostro cuore passando dentro ad ogni possibile incertezza. La vita acquista un “gusto” possibile che nasce dal discernimento e mi sorprendo nella bellezza della partecipazione al mistero del Regno di Dio!

 

 

Cosa Amo

 

Cosa Amo (confessioni X,6,8) musica: Stefania Bono

Cosa amo quando amo te? 

Non una bellezza corporea, né una grazia temporale: non lo splendore della luce, così caro a questi miei occhi, non le dolci melodie delle cantilene d’ogni tono, non la fragranza dei fiori, degli unguenti e degli aromi, non la manna e il miele, non le membra accette agli amplessi della carne.

Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.

Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo e amplesso nell’amare il mio Dio: la luce, la voce, l’odore, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che è in me,

Cosa amo quando amo te?

 La’ ove splende alla mia anima una luce non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove olezza un profumo non disperso dal vento, ove è colto un sapore non attenuato dalla voracità, dove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà.

Tutto questo io amo, amo! quando amo il mio Dio.

 

dalla Novena dell’Immacolata Concezione

Per poter volgere lo sguardo insieme verso Maria in questi giorni di preparazione alla Solennità dell’8 Dicembre condividiamo  qualche brano della novena dell’Immacolata Concezione.

Questa antifona, Tota Pulchra è cantata secondo la melodia gregoriana

 

questo Tota pulchra invece è composto da Patrick Fee

questo è il testo in italiano e in latino del canto mariano Tota Pulchra

 

Tutta bella sei, Maria,
e il peccato originale non è in te.
Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,
tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.
O Maria! O Maria!
Vergine prudentissima,
Madre clementissima,
prega per noi, intercedi per noi
presso il Signore Gesù Cristo.

Tota pulchra es, Maria.
Et macula originalis non est in Te.
Tu gloria Ierusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, O Maria.
Virgo prudentissima.
Mater clementissima.
Ora pro nobis.
Intercede pro nobis.
Ad Dominum Iesum Christum.

L’altare della Croce

Musica Stefania Bono

“L’altare della croce è nutrimento della nostra fame

Sorgente per nostra sete

manto che copre la nostra vergogna

forza nella nostra debolezza

albero di salvezza eterna

L’altare della croce

è nutrimento della nostra fame

sorgente per nostra sete

manto che copre la nostra vergogna

forza nella nostra debolezza

albero di salvezza eterna”

(canto di offertorio)

Cristo a morir tendea

Cristo a morir tendea

 

Lauda cinquecentesca Quaresimale a Cristo crocifisso

(fra Marc'Antonio da san Germano)

“Cristo al morir tendea

ed ai più cari suoi Maria dicea:

“Or se per trarvi al ciel dà l’alma e il core,

lasceretelo voi per altro amore?.

 

“Ben so che fuggirete,

di gran timore al fin vi nascondrete:

Et ei pur come Agnel che ta ce e more

svenerassi per voi, d’immenso ardore”.

 

“Dunque, diletti miei,

s’adura croce in man d’iniqui e rei

dà per salvarvi ‘l sangue l’alma e ‘l core,

lasceretelo voi, per altro amore?”.