
29 Nov un Si nel silenzio
Segno tangibile di quella sapienza che oggi, molto spesso, si fatica a trovare. Questa l’identità più autentica che la Chiesa reclama per noi che, scegliendo la clausura, ci ritiriamo dal mondo per vivere in compagnia di Dio una vita di silenzio e solitudine. Questa la chiamata: allargare il cuore in Dio, verso orizzonti di magnanimità e compassione per le tante miserie, povertà e debolezze del mondo. Essere amiche di Dio che, con amabilità, offrono il volto “segnato“ dalla forza di un “incontro”. La nostra storia personale, i nostri limiti, i nostri cedimenti, le brutture del peccato che hanno solcato la nostra vita, non impediscono a Dio di convocarci per una missione peculiare: essere richiamo alla Sua trascendenza, testimoniare il valore della preghiera di lode, di supplica, di intercessione, partecipare al potere redentivo della Croce con la fecondità dell’offerta di tutta la vita per amore. La vita della monaca, giorno dopo giorno, è un procedere graduale verso la conformazione a Cristo, un cammino di spoliazione, di purificazione che non si limita solo al distacco dalle cose del mondo ma prevede, orienta, educa lentamente ad un nuovo modo di amare, alla rinuncia della volontà individuale, alla libertà dall’orgoglio. Aprirsi pienamente a Dio, espandersi nell’esperienza del dono di sé, divenire persone vere che “includono” in sé l’intera umanità come Cristo stesso. Una vita di continua ascesa spirituale, che rifiuta certi compromessi, vive in cerca dell’Assoluto, combatte la buona battaglia, corre verso il Regno di Dio. La scelta della vita monastica porta in sé lo spessore della solitudine e del silenzio. Il “deserto” del monastero, della cella e soprattutto il deserto interiore, è il luogo prezioso e sacro dove Dio si rivela, parla, tace, lotta con il cuore che cerca il Suo volto. Nel silenzio impariamo gradualmente a fronteggiare i moti del nostro io, a dare a Dio libero accesso e la possibilità di cambiarci interiormente. Il silenzio favorisce l’impegno dell’ascolto di Dio, della sua Parola di quanto, nell’oggi, ci dice. Il silenzio ci aiuta a sventare i complotti dell’orgoglio e a smascherare l’io e le sue false illusioni. La solitudine è luogo di lotta ma soprattutto d’incontro, è spazio che aiuta a dilatare i confini della mente e del cuore perché, allenandoci a stare davanti a Dio con la nostra pochezza, cresce in noi la possibilità di purificare lo sguardo, diradare le nebbie che oscurano il volto dell’altro, imparare a conoscerlo e apprezzarlo dentro e non oltre il suo limite. Nella solitudine, la vita, come in uno specchio, si riflette nella Parola e in essa trova forza e alimento per continuare. Nella solitudine lo Spirito feconda l’offerta e sgorga la preghiera. Sole, davanti a Dio e davanti a noi stesse, possiamo scrutare la ricchezza dei suoi doni, constatare l’impegno ma anche la fatica del distacco dal nostro pensiero, dai nostri punti di vista, dalle nostre abitudini, dalle nostre credenze, dalle nostre stesse doti… Nella solitudine è più semplice osservare e comprendere quanto ci diventi più sbrigativo sentirci a posto per l’avvicendarsi regolare di una vita osservante (che però camuffa i tentacoli dell’orgoglio spirituale) che consegnarci a Dio, umilmente, senza cercare di capire, aspettando la sua ora in un quotidiano vissuto nei parametri evangelici del “servo inutile”. Silenzio e solitudine ci riportano al riposo spirituale dell’abbandono alla volontà di Dio.
Scriveva S. Agostino “ In terra il luogo del nostro riposo è la volontà di Dio, in cielo questo luogo sarà Dio stesso”.
«Jesu, dolce amore,
transformaci in Te
e transforma Te in noi,
acciò che così transformati
e uniti in Te
possiamo adempire
perfettamente
la volontà tua».
- Maria Maddalena di Firenze
roberto
Pubblicato alle 10:09h, 29 NovembreLa preghiera ci unisce in Cristo
Patrizia
Pubblicato alle 21:29h, 29 NovembreAmo il silenzio e la solitudine per stare con il Signore e desidero sempre di più come l’incontro con il proprio amato
Patrizia
Pubblicato alle 21:29h, 29 NovembreAmo il silenzio e la solitudine per stare con il Signore e desidero sempre di più come l’incontro con il proprio amato
domenico
Pubblicato alle 18:05h, 17 Febbraioho viaggiato a lungo alla ricerca di non so nemmeno io cosa, ho viaggiato forse per ritrovare me stesso, o forse per trovare un po di pace, lasciando tutta la mia vita alle spalle, a volte ho patito la fame e la sete , per una sete di spiritualità, sono stato accolto come un viandante, e da viandante sono stato rimesso sulla strada, ogni volta che incontravo lungo il cammino la madonna pregavo e non riuscivo a trattenere le lacrime, mi chiedevo ma cosa ci faccio io qui, ormai non so piu chi sono e ne da dove vengo, ho incontrato molta gente che mi chiedeva sempre, “di dove sei?” , e io che ormai non sapevo piu cosa rispondere alla fine dicevo” ti potrò dire di dove sono, ma non mi hai chiesto da dove sto venendo” , beh! io tra me e me mi domandavo invece …”ma dove sono diretto? ma dove sto andando? …e poi perchè sto andando? così senza una meta …alla ricerca di che cosa?….”