Dalla Spiritualità Carmelitana

 

 

In me io non vivo più

1. In me io non vivo più,
senza Dio viver non posso;
e di Lui e di me priva,
questa vita che sarà?
Spero sol che mille morti
la mia vita si farà,
morendo perché non muoio.

2. Questa vita che io vivo
è di viver privazione,
e perciò morte perenne
finché in Te io non vivrò.
Senti, Dio, quanto ti dico,
questa vita io non la voglio,
che muoio perché non muoio.

3. Mentre sto da Te lontano,
quale vita posso avere,
se non soggiacere a morte,
la peggior che mai vi fu?
Ho di me sommo dolore,
giacché vivo in tal maniera,
che muoio perché non muoio.

4. Il pesce dall’acqua uscito
ha ancor qualche conforto,
che alla morte che incontra
alcun vantaggio trova.
Quale morte sarà uguale
al mio vivere penoso,
che più vivo, più io muoio?

5. Quando credo consolarmi
di vederti in Sacramento,
mi diventa gran tormento
non poterti ancor goder;
tutto serve a maggior pena,
non vederti come voglio,
e muoio perché non muoio.

6. Toglimi da questa morte,
Dio mio, e dammi la vita;
non mi tenere irretito
in un laccio tanto forte;
sappi, io peno per vederti,
e il mio male e sì profondo
che muoio perché non muoio

7. Piangerò ormai mia morte,
e deplorerò mia vita,
fino a quando conservata
per i miei peccati è.
O mio Dio! Quando sarà
che io possa dir davvero:
Vivo perché non muoio?
                                 San Giovanni della Croce, carmelitano

dalla spiritualità carmelitana:

Questo testo poetico di san Giovanni della Croce, mistico carmelitano spagnolo (1542 -1592), efficacemente esprime la vocazione presente nel cuore dell’anima innamorata che vive la lontananza dell’amato.  La ricerca di Dio in San Giovanni della Croce è sensibilmente accompagnata da una crescita nella percettività di ciò che appartiene “al mondo”. Questa crescita e questa capacità non è la semplice percezione del bene e del male quasi se dovessimo formulare un giudizio. Nella quotidianeità sappiamo fin troppo ciò che è bene e ciò che è male. La straordinareità di san Giovanni è la crescente adattabilità di questa formulazione al momento presente. Riusciva a calarsi così bene nel cuore dell’uomo  da sapere ciò che permetteva di crescere in percettività e compiere i desideri profondi del nostro cuore passando dentro ad ogni possibile incertezza. La vita acquista un “gusto” possibile che nasce dal discernimento e mi sorprendo nella bellezza della partecipazione al mistero del Regno di Dio!

 

 

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