S. Maddalena de Pazzi : guardando ancora a lei

Guardando ancora a lei …
Quando ci si imbatte con la vita di un santo che a distanza di secoli mantiene una voce autorevole nella Chiesa per la forza di una spiritualità che si “impone” come insegnamento, dato lo spessore e la “sapienzialità” che la caratterizza, risulta “piacevolmente obbligatorio” continuarne la conoscenza, comprendere più in profondità alcune intuizioni, cogliere la portata soprannaturale e l’attualità del suo messaggio. Ecco perché ritorniamo a parlare di S. Maria Maddalena de Pazzi. Dopo aver velocemente tracciato il profilo della sua santità e aver raccolto da esso degli spunti per il nostro cammino di configurazione a Cristo come carmelitane, vogliamo ora brevemente evidenziare alcune sfaccettature del suo carisma sottolineandone sempre i connotati di attualità e attuabilità. In questa breve riflessione partiamo col prendere in considerazione, quello che possiamo definire, il cuore della sua esperienza: la centralità del Dio Trinità che vuole donarsi alla sua creatura e coinvolgerla nel suo amore trasformante e da qui l’«ansioso desiderio» del rinnovamento della Chiesa vista come generata all’amore della Trinità e segno della sua comunione ma fortemente indebolita dalle incoerenze e incongruenze esistenti al suo interno, nel dipanarsi della sua storia, nel suo cammino di conformazione evangelica. Nel suo cammino spirituale, la santa raggiunge presto la consapevolezza che la Chiesa è amata infinitamente dalla Trinità ma troppe volte, «ritarda» nella propria risposta all’amore. La sua vita interiore, intensissima, maturata nel confronto con la Parola celebrata nella liturgia, si esprime in molti modi, anche con discorsi, meditazioni ad alta voce, gesti simbolici, estasi. Con i mezzi a sua disposizione, poi, Maddalena fa di tutto affinché i cristiani del suo tempo sperimenti l’amore di quel Dio comunicativo da lei incontrato e amato. Prova a scrivere a prelati, vescovi, religiosi e persino al Papa (anche se molte sue missive non furono mai recapitate, per timore da parte della priora del tempo di incorrere in situazioni problematiche) È, tuttavia, la sua vita spesa nell’offerta, nella preghiera e nel servizio alla comunità a tessere itinerari di fedeltà allo Spirito e alla propria coscienza e a impregnare di questa sua forte esperienza ed esigenza evangelica il dialogo e la comunione tra le sorelle e i credenti che ha modo di raggiungere. Il suo forte amore per il “Verbo umanato” (così lei chiama Gesù), non le permette di rimanere passiva di fronte al volto sfregiato del suo Corpo mistico che è la Chiesa. Avverte che il suo compito, la sua missione specifica come donna, come contemplativa, come carmelitane è, collaborare all’edificazione di questo Corpo, è recuperare la bellezza della Chiesa Sposa, è rinnovare lo stile di vita di quei membri che fattivamente ne delineano il volto, a qualsiasi costo. Spinta e sostenuta dal suo peculiare rapporto con la Trinità, conia una visione che oggi possiamo definire profetica, del compito della contemplativa carmelitana nella Chiesa, ossia di quel volto femminile di testimonianza evangelica, di sequela, di santità, radicata nell’ossequio di Gesù Cristo, nella meditazione notte e giorno della legge del Signore, nel silenzio, nella solitudine come grembo per l’incarnazione del Verbo; come espressione del Suo amore salvifico; come partecipazione all’ offerta redentrice della Sua vita. Maddalena de Pazzi intuisce che la vocazione contemplativa è voce evangelizzatrice attiva e può e deve partecipare concretamente al miglioramento della qualità della vita cristiana. In particolare, è convinta che la fedeltà praticata in uno stile di vita autenticamente evangelico (certamente con le peculiarità delle forme ascetiche del rinascimento) è stimolo e sprone per una vita religiosa ed ecclesiale non più mediocre e viziata dai costumi del tempo ma immagine di Cristo. In Lei, l’appello di Dio si fa così esigente da non temere la sofferenza dello smacco, dell’indifferenza o del non ascolto. Lei non può disobbedire allo Spirito, lei non può contenere la certezza dell’Amore Trinitario, lei non riesce a sopportare la superficialità e l’annacquamento di una vita cristiana formale, fatta di molti riti e poco amore. Un carisma geniale di fecondità tutta al femminile che, mentre esprime l’amore misericordioso di Dio per l’uomo, conferma la capacità della donna di tutti i tempi di farsi madre, grembo, custode, vita a perdere per l’amato. Così è per la santità al femminile, dalla grata di un monastero o in terra di missione, nelle periferia delle città, nelle corsie di ospedali o tra i banchi di scuola. La donna, coinvolta da Cristo in un amore sponsale, conscia delle proprie forze come delle proprie debolezze, se investe per Cristo, investe in toto e non bada a sacrifici, non teme sconfitte, non si lascia frenare dalle lacrime o dagli smacchi, crede, aspetta, lotta, spera, semplicemente ama. Maddalena de Pazzi partecipa a questa necessità di Dio Trinità di rigenerare la sua Chiesa a nuova vita; il suo esempio è impulso profetico per noi carmelitane di oggi, chiamate come lei a farci voce nella Chiesa di un amore sponsale scevro da cornici romantiche e avulso da delicati sentimentalismi, a farci voce robusta, fiera, consapevole, feconda, continuamente trasformata dalla Grazia e perciò trasformante. Ci sembra di poter affermare che Maddalena de Pazzi dica oggi come ieri che per la carmelitana, il primo contributo da dare alla Chiesa, perché sia in ogni suo membro sposa fedele, è quello di una santità personale, vissuta tra le pieghe nascoste della ferialità ma punto di domanda per chi osserva, per chi vede da vicino o da lontano, per chi, in qualche modo (dalla foresteria, al sito internet) respira quell’aria di pienezza che solo un costante cammino di unificazione della volontà personale con quella di Cristo può dare. Una santità che trasborda dalla normalità, che si evince dal senso spirituale che traspare discretamente ma chiaramente da gesti o parole. Una santità che sorprenda e trascini quanti si aspettano di vedere una Chiesa madre. Una santità che non sta in prima fila ma che parla al mondo assetato di Dio con semplicità, con una vita sobria, essenziale, fondata nell’Invisibile e Indicibile, una vita nella quale si intravede la sapienza delle beatitudini. Una santità che non si scoraggia anche quando la vita propria o altrui parla di peccato o infedeltà, che cerca Dio dentro ogni frammento di vita, anche lì dove sembra assente. Una santità che anche senza aureola contribuisca a far maturare nel mondo uno sguardo di fede. La Chiesa ha più bisogno di testimoni che di maestri, ebbe a dire il Beato Paolo VI, e la donna con il suo genio, innestato in una specifica vocazione contemplativa come quella carmelitana, testimonia l’impegno di una vita spesa per accogliere e portare a Dio, nella preghiera e nell’offerta di sé, le inquietudini dei cuori; rende visibile l’anelito umano verso un “Oltre” di pienezza e di eternità; comunica senza parole che crede nella possibilità della comunione piena con Dio non smettendo mai di cercarla, di attenderla, di affidarsi alla promessa di essa. La carmelitana, per vocazione, snoda la propria esistenza nella gratitudine riconoscendo i segni attraversi cui Dio accompagna il quotidiano, testimonia così il cammino di abbandono e fiducia piena in Lui che con la sua misericordia continuamente rigenera. In definitiva la carmelitana vive e testimonia che la sua vita è legata totalmente e unicamente a Cristo e al suo mistero. Questa testimonianza, attraversata dal filo rosso della maternità spirituale aiuta la parola della Chiesa ad essere autentica, efficace, visibile,. Attraverso questa modalità di vivere i cristiani possono entrare nel mistero, partecipare al mistero e camminare nelle vie della vita con la luce della fede. S Maddalena, e tante altre donne nel Carmelo hanno dato impulsi formidabili alla vita e alla santità della Chiesa in momenti molto delicati della sua storia …. Sono per noi esempi trascinanti e fuochi che accendono la speranza di contribuire anche noi, nel nostro oggi, a rendere visibile nella Chiesa l’amore di Dio per l’umanità.

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