Per noi

 Il Signore è per noi!

Dio ci ha amato per primo, come noi siamo, così, semplicemente. Più volte abbiamo avuto modo di considerare che dal suo amore, nasce in noi la “spinta” a rispondere con una affezione simile. Dal suo desiderio per noi, ha origine il nostro desiderio. Dal suo sguardo, il nostro sguardo resta calamitato. L’esperienza che il giovane ricco fa è quella di vivere su di sé lo sguardo di Gesù. E l’esperienza che noi scopriamo dell’amore nasce dall’essere guardati da qualcuno che presta attenzione, premura alla nostra vita, che si sofferma sulla nostra storia e dedica del tempo alla “vicenda noi”. Spesso la ricerca di un Signore  non presente nella nostra quotidianeità è un po’ un inseguire l’idea che abbiamo di Lui fino ad accorgerci che è Lui che rincorre noi, seguendoci con il suo sguardo carico di amore.

Ciò che caratterizza l’esperienza cristiana è rendersi conto di quanto il Signore giorno dopo giorno, nella fatica e nella gioia, nella semplicità e nella straordinaria ordinarietà sia “per” noi. E san Paolo lo sottolinea quando arriva a domandare che “se il Signore è per noi chi sarà contro di noi? ” (cf Rm 8) Allora possiamo riformulare così il pensiero iniziale: é dall’essere per noi di Gesù che nasce il nostro essere per Lui. Il nostro cuore desidera essere per Lui. La storia della nostra vita non può essere ridotta alla storia di Dio in noi ma certamente alla storia di Dio “per” noi. E’ possibile cogliere questa differenza. Tutto questo è presente e vivo dentro di noi. La fame, la brama del nostro cuore, il desiderio che ci abita nasce dal “tendere verso”, “dall’essere per “, come risultato  del movimento di Dio verso di noi, quando desiderandoci -da sempre- ci ha amati.

Nel procedere della vita il suo essere per noi, il suo desiderio, il suo amore può trasformarci per vivere in una consonanza di desiderio in modo da partecipare al suo desiderio con il nostro desiderio, in modo da imparare ad “essere per Lui e per noi” dal suo essere “per noi” , partendo dal punto in cui siamo.  Non dobbiamo pensare che Dio è “per noi” se prima siamo “buoni”, se la nostra condotta è encomiabile, se il nostro pensiero è puro e dalle nostre labbra escono solo “ave Maria”… Dio è “per noi” a prescindere. Dal punto in cui ci troviamo, per come siamo, Lui ci incontra e ci accoglie, ci accetta e ci ama lì dove siamo nella nostra vita. In noi invece divampa una battaglia che sovente non consente alla sua Presenza di trasformarci, non possiamo accogliere questo essere accolti. La realtà profonda di questo stringerci, di questo abbraccio è  il substrato della nostra preghiera.

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