
11 Ott Parola e cuore
La Parola e il cuore
Siamo donne chiamate alla solitudine silenziosa del Carmelo, sottratte al ritmo logorroico delle tante cose da fare, attirate in un incontro intimo Cuore a cuore con Dio, invitate a sostare davanti a Lui e intercedere. Giungiamo qui, protese a stare, come Maria di Betania, accovacciate ai Suoi piedi per amarlo, lasciarci amare e consegarGli il cuore perchè in Lui ami il mondo. Camminiamo e cresce la coscienza della nostra pochezza, dei nostri limiti, delle nostre anguste vedute, delle nostre ferite… Cresce il sapore del tempo speso nella ricerca e adorazione della Sua Presenza nelle piccole cose, nei dettagli delle relazioni fraterne, negli anfratti di ostacoli interni ed esterni, nella cura della preghiera, nell’ascolto silente della sete del mondo … Cresce anche la sete di Lui, del suo Nome, del Suo volto e la Sua Parola diviene, pian piano, porto sicuro a cui attraccare il cuore. Si instaura così un’allenza in cui Parola e cuore si allacciano l’una all’altro; lentamente la Parola si impadronisce del cuore e il cuore, tra fatica e dolcezza, si appropria della Parola che significa e sostiene la vita. I giorni si fanno casa per questa esperienza d’amore. Il tempo, gli eventi, gli altri… tutto diventa un susseguirsi di occasioni per tendere l’orecchio, per svegliare il cuore e far risuonare la Parola affinche nutra, fortifichi, orienti. Giorno dopo giorno prendiamo la Parola nel cuore, cerchiamo di custodirla dentro di noi, ci attacchiamo ad essa, la volgiamo e rivolgiamo rimuginandola, cullandola, masticandola… giorno e notte, sostiamo in essa nell’impegno della docilità come nella ferialità, nel dubbio, nell’affaticamento, nell’incertezza ma come a casa.
Inevitabilmente facciamo anche i conti con raffiche di orgoglio, momenti di aridità, di confusione rischiando l’indurimento del cuore, la sua instabilità, la sua incostanza, la sua memoria corta, la sua infedeltà… e il cuore indurito trova dura la Parola. E’ il momento della prova, momento nel quale possiamo scegliere di mollare, possiamo cadere, possiamo sbandare ma se decidiamo di lasciarci incendiare il cuore da Cristo, la sua Maestà interviene in noi come Parola viva, efficace più tagliente di una lama a doppio taglio, in grado di scrutare i sentimenti e i pensieri del cuore, di mettere a nudo la verità di noi stesse, i capricci dell’io e le sue resistenze più o meno infantili, di invitarci ad una fiducia illimitata, incondizionata, cieca, innamorata. E’ il momento della purificazione della fede, in cui il Verbo fatto carne si incunea nelle cuore come crocifisso e chiede di aderire e partecipare all’esperienza estrema del suo amore con l’offerta consapevole della vita sine glossa.
Ci troviamo allora di nuovo accovacciate ai suoi piedi ad invocare un cuore docile, un cuore in ascolto, un cuore capace di lasciarsi plasmare, un cuore di carne, unificato, saldo, purificato, un cuore nel quale la sua Parola possa mettere radici, germogliare e portare frutto, un cuore che, lungo il cammino, bruci nel petto del desiderio di Lui, un cuore che lo cerchi, che lo ami, che lo custodisca in sè, un cuore che lo annunci col dono della vita.
“Non ci ardeva forse il cuore in petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” Lc 24,13-35
Verena
Pubblicato alle 00:50h, 12 OttobreNel silenzioso ascolto del mondo in cui viviamo, cerchiamo l’ umiltà in noi stessi.
Laura Donato
Pubblicato alle 14:51h, 15 Ottobre“… di nuovo accovacciata ai suoi piedi…” Il mio posto preferito. Il solo posto che riesce a generare in me cose buone.
“lasciarci amare e consegarGli il cuore perchè in Lui ami il mondo. ”
E’ vero, il mondo riesco ad amarlo solo attraverso questa via, altrimenti le pretese, le autoaffermazioni mi fanno indietreggiare, mi sgomentano, mi fanno chiudere a riccio.