Il tuo amore è la mia speranza

“Nulla mi basta che sia meno di Te” (S. Agostino).

Viandante sulle strade del silenzio, pellegrino, in salita verso la pienezza dell’amore, il cuore della carmelitana grida l’insaziabile desiderio di Dio, l’occhio scruta ciò che il cuore suggerisce. Ogni istante, ogni avvenimento, ogni incontro diviene un investimento che attraversa i tetti e si stabilisce nell’eternità. Tutto per la carmelitana ha sapore di Dio, di vita che non muore, di amore che non finisce perchè i suoi occhi sono fatti per Lui, sono rivolti a Lui e si “consumano nell’attesa di Lui”. Tutto, nel cuore della carmelitana è affermato dalla speranza in Lui!

Speranza: avere il cuore fisso al destino che ci attende, pensare e agire per il tesoro in Cielo, “stare” in ogni situazione con il cuore proteso, consegnato completamente a Dio per essere donato nella quotidiana offerta.
E così, la vita monastica, intrisa di speranza, diviene una corsa a tempo ma con persevranza verso il Cielo, con l’impegno giornaliero di deporre tutto ciò che ci è di peso, ogni attitudine ad accumulare tesori in terra e il peccato che facilmente seduce .
Mossa dall’anelito del Cielo, la carmelitana alimenta la fiducia nel Signore, in essa pone il cuore, ad essa risponde, per essa e grazie ad essa sceglie di mettersi in viaggio, in un dinamico emigrare dentro la vita, verso Colui che ha nome Amore, Re di costellazioni e di cuori che alla fine, oltre la speranza, si metterà a tavola e passerà a servire.

Speranza: vendere ciò che si ha, farsi borse che non invecchiano, avere un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Con il salto nella solitudine e nel silenzio, la carmelitana ” mette in vendità ciò che ha “, cerca di non accumulare, sta attenta a non attaccare il cuore a tesori fittizi, si allena ad un abituale distacco dalle proprie opinioni e dalle proprie immaginazioni così da porre tutta la sua energia nella ricerca di Dio. Impara con pazienza e confidenza in Dio, che la sua speranza è speranza di un nomade in cammino verso la terra promessa, di chi perde ciò che possiede per essere del Tutto. Impara pian piano a far risiedere nella propria mente il ricordo trasformante dell’Eterno.

Speranza: “decidersi per ciò che vale”. È la forza della carmelitana che, trovato un tesoro in un campo, vende tutto per comprare quel campo. Si, la speranza si situa nello spazio della faticosa decisione. Chi sceglie la vita monastica impara che occorre rischiare di sperare e poi esercitarsi giorno per giorno alla speranza, perchè scegliere di sperare significa decidersi per l’impegno della responsabilità di custodire, amare, dare tutto per quel tesoro, quel bene inestimabile, non a vista d’occhio, nè in superficie, bensì nascosto…. “L’essenziale è invisibile agli occhi”… come testimonia S Chiara scrivendo ad Agnese, principessa di Boemia, clarissa a Praga: «Ti ammiro stringere a te, mediante l’umiltà, con la forza della fede e le braccia della povertà, il tesoro incomparabile, nascosto nel campo del mondo e dei cuori umani, col quale si compra Colui che dal nulla trasse tutte le cose. Colloca la tua mente davanti allo specchio dell’eternità, la tua anima nello splendore della gloria, il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente per via di contemplazione, nell’immagine della divinità di Lui: anche tu proverai allora ciò che sentono i suoi amici, gustando la segreta dolcezza che Dio stesso ha riservato fin dall’inizio a coloro che lo amano».
Così la monaca getta la sua ancora nell’aldilà con la ferma speranza nella cura che Gesù ha della sua fragilità e incompiutezza. Con la mano tesa verso la Misericordia, lei cresce lungo il cammino della fiducia nella vita futura, si forgia nelle prove con coraggio e paziente perseveranza, si imbatte arditamente, con cuore audace, nell’esperienza dell’amore percorrendo la via della rinuncia ad ogni forma di autosufficienza e sicurezza apre il suo oggi all’orizzonte dell’eternità, e si allena ad accogliere l’eternità viene a mettere la tenda nel suo oggi. Procedendo nel cammino, la carmelitana matura l’accettazione della storia personale e comunitaria, come luogo all’interno del quale si manifesta la presenza di Dio. Pur nella consapevolezza del limite proprio e altrui, cresce nella gratitudine e, lasciandosi interpellare dalla Parola e dagli eventi, si rafforza interiormente, cammina sempre sospinta dal desiderio di Dio e offre ogni istante della sua vita per il Regno .

«Il tuo amore è la mia speranza, e io voglio ardere in esso» (S. Teresa di Lisieux)

 

 

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