un cuore sfondato dall'amore

Il santo viaggio

Come pula che il vento disperde

Una manciata di minuti e il fumo che esce dal comignolo della casetta di fronte si disperde nell’aria portando via con sé l’odore acre e il grigiore che per qualche attimo hanno incupito il cielo… La scena risuona nell’intimo con il versetto del salmo 1: “come pula che il vento disperde” portando mente  e cuore, verso il centro … verso l’incontro col Tu, dove si vedono  lentamente svanire, spinti dal soffio della Misericordia, quei pensieri, quei sentimenti, quegli stati d’animo, quelle parole che tendono ad insidiare mente e cuore, ad annebbiare la vista interiore, ad inasprire il sapore delle relazioni… a distoglierci dal quell’Altrove che tutto sostanzia e motiva. Ora si è intrapreso il santo viaggio… si cerca solo in Lui la forza di procedere. Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (dal sal 84). Ora il protagonista è Lui; al suo invito proviamo a rispondere varcando la soglia della nostra muta solitudine e puntando alla promessa annunciata nel Vangelo di Giovanni: “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola, il Padre mio lo amerà, noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui“. (Gv 14, 21-26). Entrare, scendere in noi stesse e andare alla ricerca di Dio: le due esperienze che segnano il nostro passo quotidiano ed evolvono in intercessione dentro lo sforzo gioioso dell’umile riconoscimento della nostra realtà personale, nel faticoso ma salutare impegno di ridimensionamento di noi stesse, nella dialettica di una nuova impostazione della vita che sgombra il campo da tante pesantezze e distrazioni.  Come pula che il vento disperde,  appunto, ma non con il volto del rinunciatario, di chi non sa custodire, difendere, salvare la propria personalità,  piuttosto con la “grinta” di chi osa fidarsi e  affidarsi- « Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre »(Sal 52, 10) – e lascia che di noi se ne occupi un altro: Dio. Così via via si forma in noi l’atteggiamento con cui diamo concretezza alla Presenza del Padre: l’abbandono, vissuto non come passività, anche se così può sembrare all’occhio estraneo e superficiale, ma con la grande e profonda, faticosa e – talvolta – dolorosa vittoria su noi stesse; con una fede decisa e un amore pronto al “costi quel che costi”. E ci si scopre forti, capaci di affrontare coraggiosamente, con una grande pace interiore e una gioia percepibile, quanto la vita richiede. « Nell’abbandono confidente sta la vostra forza »!  (Isaia 30, 15)

 

 

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