II domenica di Quaresima

La quaresima incede verso la Pasqua e la Parola ci conduce, di domenica in domenica, nell’alveo della Misericordia, ci fa “conoscere” la carezza di Dio, la compagnia forte e dolce dell’Eterno, ci sorprende sfolgorando di Luce e Bellezza. E noi, generazione consumata dal desiderio di qualcosa a cui spesso non sappiamo dare un nome, del senso della vita che tante volte non sappiamo trovare, ascoltando oggi la sua Parola, scopriamo di indossare i panni di Abramo, di Pietro, Giacomo o Giovanni, e sentiamo offerta anche a noi oggi l’opportunità di una relazione luminosa, stabile e feconda fondata non sulla nostra umanità precaria e insicura ma sulla sua stessa fedeltà.

La Parola ci mostra che il cammino quaresimale è un percorso nel quale, con sano realismo e, come dice Paolo, con la forza di Dio, proviamo a riconoscere nel nostro battesimo una vocazione santa, una chiamata ad uscire come Abramo dalla casa delle nostre presunte certezze, a lasciare la parentela delle nostre pseudo esigenze vitali, ad andarcene dalla terra dei nostri ragionamenti ed elucubrazioni, a bandire il culto del nostro ego nel tempio dei bisogni .

La quaresima è, come narra il vangelo odierno, intraprendere la salita verso il Monte dove incontrare e rimanere investiti dalla Bellezza di Dio, dal suo cuore di luce, è rimanere, come Pietro, a bocca aperta, stupiti, basiti, folgorati, è godere l’estasi della bellezza di Dio rigenerati dalla fatica della salita; è sviluppare la responsabilità della discesa verso

le sorelle e i fratelli, con un cuore “relativo” all’alterità, un cuore che si realizza nella reciprocità, un cuore che si consuma nel dono di sé.

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