
16 Apr Vivere l’evento pasquale nell’ossequio di Gesù crocifisso e risorto
Vivere l’evento pasquale nell’ossequio di Gesù crocifisso e risorto:
discepole del paradosso dell’Amore
Siamo giunti al grande triduo Pasquale.
Vogliamo puntare lo sguardo sugli ultimi momenti della vita terrena di Gesù immedesimandoci nelle figure di quelle donne presenti nei racconti delle ultime ore del Signore per “stare” anche noi, come loro, nel cuore della Passione del Maestro, poterlo accompagnare “fino alla fine”, rimanere nell’ora della sua morte, alla sepoltura e, con il cuore trapassato dalla gioia, essere testimoni della sua Risurrezione.
Le donne al seguito di Gesù, poco menzionate, silenziose, sono donne guarite da lui. “Ha molto amato!” (Lc 7, 47). Sono libere perché liberate. Sono donne riconoscenti, che hanno ricevuto e “imparano” giorno per giorno, una vita nuova da Gesù, lo seguono per lui stesso, non per la speranza di far carriera al suo seguito. Ad esse non sono stati promessi ” troni”, né esse hanno chiesto di sedere alla sua destra e alla sua sinistra. Lo seguono, “per servirlo” (Lc 8, 3; Mt 27, 55); seguono le ragioni del cuore e rimangono con lui, “fino alla fine”.
Stanno lungo tutto il percorso che conduce Gesù all’offerta totale di sé. Sono presenti dall’inizio alla fine della passione quasi a scandirne le tappe, accompagnano Gesù, magari da lontano. Sono presenze positive, di sostegno, di preghiera, profetiche: “stanno”, guardano, osservano, pregano.
Sono donne “diverse” tra loro ma tutte incontrate personalmente da Cristo, attratte da Lui, toccate e risanate, desiderose di esprimere con la vita la gratitudine per un amore trasformante ricevuto gratuitamente e gratuitamente donato.
Lungo il viaggio al Calvario, il pianto singhiozzante delle donne è l’unico suono amico che giunge agli orecchi di Gesù; mentre pende dalla croce, i loro “sguardi” sono i soli a posarsi con amore e compassione su di lui.
La loro presenza accanto al Crocifisso e al Risorto contiene un insegnamento vitale per noi oggi: dare più spazio alle “ragioni del cuore”, ad un tempo del cuore, alla capacità d’amare, per partecipare alla passione di Cristo che si prolunga fino alla fine dei tempi nelle membra del suo corpo mistico.
Il loro insegnamento interpella ogni discepolo ma in particolare noi, donne chiamate a vivere nel suo ossequio, sui passi dell’annuncio silenzioso, della vicinanza orante, del servizio di intercessione.
Come le pie donne anche noi, nella concretezza di ogni giorno, siamo chiamate ad essere compagne di viaggio, inermi ma presenti, con la forza della Sua preghiera, sui Calvari di tanti uomini; siamo scelte per sostare sotto la croce dell’apparente inutilità vivendo non più secondo i nostri desideri e le nostre aspirazioni ma secondo la volontà di Dio, nell’ obbidienza e nella rinuncia di sé; siamo invitate dal Crocifisso ad essere grembo fecondo per tanti suoi fratelli bisognosi di madri, ad abitarne i loro deserti, a srotolare la pietra dai sepolcri delle loro solitudini e risorgere con Cristo .
Signore, siamo travolte dalla follia del Tuo amore.
Come mirofore oranti per ogni cuore piagato,
rimaniamo ai tuoi piedi, inutilmente;
raccogliamo le tue parole, i tuoi sguardi;
stiamo con l’unguento dello spreco in mano,
per onorarti,
per incontrare il silenzio della tua tomba vuota,
per cercarti nell’intimità,
per riconoscerti nei volti della ferialità,
per consegnarti la nudità della nostra anima,
per sostenere tacitamente,
discepole del paradosso dell’Amore,
l’annuncio della tua risurrezione dei tanti apostoli del mondo.
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Pubblicato alle 08:05h, 17 Aprile[…] Carissime sorelle e fratelli nel Carmelo, ci auguriamo di vivere l’evento pasquale nell’ossequio… […]
antonio
Pubblicato alle 07:56h, 21 Aprileoggi giorno è molto difficile vivere la cristianità fraternità solidarietà colpa dell’essere umano. preda dell’egoismo, dell’apparenza ciò che vede e sente il resto non conta. ecco che i più poveri sono sempre più poveri di spirito, gli ultimi tanto amati da Gesù sono discriminati. in un giorno cosi bello sono molto triste sarà anche che la mia vita sta passando ma questa tristezza non se ne vuole andare, allora anche io come Gesù salirò il golgota piangendo e sperando che l’uomo si ravveda prima che sia troppo tardi……