esperienza contemplativa e oblativa

Mysterium Charitatis
A quanti guardano solo a questo mondo e misurano ogni cosa col metro dell’efficienza materiale e del frutto visibile, la nostra vita può apparire una fuga dalla realtà deresponsabilizzante e alienante o, nel migliore dei casi, uno spreco, un non senso. Ma all’origine della nostra scelta non c’è una logica di produzione, un’ideologia o una dottrina, più o meno, avvincente; al cuore della nostra scelta c’è l’amore assolutamente gratuito, personale e unico di Dio che investe tutta la nostra persona al punto da non appartenerci più. Dice San Giovanni della Croce: “Se l’anima cerca Dio, molto più il suo Amato cerca lei”. La nostra è una chiamata che nasce da una passione di Dio per noi che, una volta percepita e riconosciuta, non può che generare in noi una passione e un amore per Lui e per gli altri nella condizione più totalizzante, esclusiva e radicale. Una passione che si traduce come partecipazione al suo mistero di annientamento, come mutua responsabilità, come adesione al mistero dell’Incarnazione e poi alla passione e morte di croce dove Dio ama e salva, non attraverso miracoli e segni, ma per mezzo del dono del Figlio. Essere per gli altri; scegliere di vivere secondo il progetto di Dio sperando fermamente che esso si attui anche in loro; consegnare ogni minuscolo frammento di esistenza, per amore, non con l’agire ma con l’offerta della vita spesa nella preghiera; riconoscere la povertà, le tentazioni, le tante distrazioni che spesso possono inquinarla e, tuttavia, restare quel piccolo rigagnolo che fluisce dentro il grande fiume che è l’intercessione della Chiesa, di ogni persona buona, fiume che è la stessa intercessione di Cristo, che «vive sempre per intercedere» a nostro favore (cf. Eb 7,25; Rm 8,34). A tal proposito scrive S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein): “L’unico modo a disposizione di ogni carmelitana per ripagare l’amore di Dio consiste nel compiere fedelmente il proprio dovere quotidiano fino in fondo, nel fare ogni piccolo sacrificio con spirito attento, come richiesto dall’ordinamento della giornata e della vita, sopportandolo con gioia giorno per giorno e anno per anno; nel praticare con il sorriso dell’amore lo spirito di abnegazione, costantemente necessario in una vita d’insieme, con persone diverse; e infine nel cogliere ogni momento l’occasione di servire il prossimo con amore. A tutto questo si aggiunge quello che il Signore richiede come sacrificio personale. Questa è la “piccola via”, un mazzo di piccoli fiori invisibili che, quotidianamente, viene deposto davanti al Santissimo, forse un silenzioso martirio che dura tutta una vita, di cui nessuno ha il presentimento, che è, allo stesso tempo, sorgente di profonda gioia e cordiale letizia, fonte di grazia che sgorga sulla terra e noi non sappiamo dove è diretta e le persone cui è indirizzata non sanno da dove viene.” Per noi il quotidiano si dipana come un vigile e continuo riposizionamento dello sguardo su Dio nel silenzio e nell’amore. Ogni momento rappresenta un dono da accogliere, un’occasione per riconoscere e amare la volontà di Dio… un’esperienza contemplativa e oblativa. Ma come rendere davvero contemplativa e oblativa la nostra ricerca di Dio? Il primo passo: entrare pian piano nella consapevolezza di fede di essere continuamente cercate da Dio. «Non ti ricordi per quale scopo sei stato creato!». ci ammonisce Giovani della Croce. Cogliere la Sua Benevolenza nella concretezza dell’esistenza propria e altrui, nelle circostanze, nelle gioie, nelle difficoltà. Riconoscere che Dio entra nella vita per primo. Stare al suo ritmo… quando si infiltra nel pensiero, nel cuore, nella volontà lentamente dandoci il desiderio di posizionarci nell’asse del suo progetto d’amore… quando irrompe con forza, come fulcro, dentro momenti di caos e sbilanciamento interiore anche ingaggiando con noi una lotta ardua, estenuante, totalizzante…. Allora nasce una sete. La Sua sete di te diventa la tua sete di Lui! Ci si scopre creature riconoscibili e comprensibili solo ed esclusivamente in relazione al Creatore. Argilla senza forma o deformata in attesa di essere plasmata e riplasmata ancora da mani esperte, sicure, forti… bambini svezzati in braccio alla madre…. pecore madri condotte pian piano o agnellini portati sul petto…. Allora vuoi essere otre nuovo per un vino nuovo e sorge il bisogno della preghiera… gradualmente il nostro cuore diviene orante. Si rafforza il desiderio profondo di custodire in Gesù il dono ricevuto e di restituirlo in un contatto ininterrotto, attraverso un cuore sempre rivolto a Lui e in un’offerta che non trascura di pagare il suo prezzo pur di amare. Il silenzio dentro e attorno diventa indispensabile, vitale. Silenzio come deserto verso cui siamo attratte, dove Lui parla al cuore. E se nel silenzio ruggiscono bestie selvatiche o serpenti velenosi ci strisciano dietro, il cuore cerca uno sguardo, una mano, una Parola. Qui il cuore veglia e mentre si abbandona, presenta mille e mille fratelli e sorelle. Qui l’incontro si fa carico dell’attesa presente in tanti cuori umani. Qui l’aspirazione all’abbandono senza riserve a Dio, alla rinuncia senza limiti a tutto ciò che non è Dio, si realizza come spazio di accoglienza e intensa operatività. Qui la passione per il Regno diviene il nucleo che ci unifica interiormente e ci stimola a dare tutto. Teresa di Gesù Bambino a un missionario diventato suo fratello spirituale scriveva: “Io nell’apostolato sono più forte di lei con la mia preghiera”. Ed Elisabetta della Trinità: “Non ci sono distanze tra la carmelitana e il mondo per cui ella prega” .

“Quando tutte le forze del mondo si saranno esaurite, scoccherà ancora una volta su questa umanità semiatea la grande ora dell’aldilà. Ma la divina forza creatrice che deve scaturire dal cielo per rinnovare questa terra, può scaturire dal cielo solo se dalla terra si leverà di nuovo la forza religiosa, l’offerta del “Fiat mihi”, avvenga di me… L’ora in cui si manifesta l’aiuto divino coincide con l’ora religiosa umana, ossia con l’ora della donna, l’ora in cui la creatura si fa cooperatrice dell’opera dell’unico Operatore. E tocca alla donna non lasciar scoccare invano l’ora che si avvicina. L’ora cioè in cui – oltre l’imperversare del mysterium iniquitatis – si manifesterà la forza creatrice e consolatrice del mysterium charitatis, che Dio ha deposto nel cuore della donna”. (Gertrud Von Le Fort in: “La Donna Eterna” )

1 Comment
  • Maria Lourdes
    Pubblicato alle 07:57h, 13 Agosto Rispondi

    Sia lodato Gesù Cristo,
    Quasi vi invidio… sì vorrei tanto trovare un po’ di silenzio, desidero tanto ritrovare Lui! E invece? Sono immersa tra tanti rumori… esterni ed interiori, e ne sono sopraffatta, soffocata… grazie per la vostra preghiera e per la vostra vita… E per favore pregate pure per me e per la mia famiglia….

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