II Domenica dopo Natale

In questi giorni del Natale, molte volte ai nostri occhi, alla nostra intelligenza e al nostro cuore sono stati posti innanzi fatti, narrazioni, personaggi che ci hanno aiutato a meditare e contemplare la tenerezza di DIO che sceglie di farsi Bambino per accostarsi, anzi entrare vivamente nella nostra debole e fragile umanità.  Invece il brano evangelico che la liturgia ci propone per la seconda domenica dopo Natale presenta in modo sublime l’Onnipotenza del Figlio che scaturisce dall’Eterno Dio  e che come Sapienza eterna, rivela al mondo il Volto del Padre e ci indica la via perché anche noi possiamo  divenire e vivere da figli.

 In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

 Il figlio è il Verbo di DIO, la Parola d’amore di Dio all’umanità!

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;
  

Quale intelligenza umana può presumere di comprendere tale mistero?

Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Il nostro cuore non abbia paura di credere, anche se la notte del dubbio, della solitudine, del peccato ha fatto metà  del suo corso :

Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,
mentre la notte giungeva a metà del suo corso,
il tuo Verbo onnipotente, o Signore,
è sceso dal cielo, dal trono regale. (cf. Sap 18,14-15)

 Proviamo ad entrare  con un quieto silenzio dell’intimo della nostra coscienza,  cerchiamo di far tacere il senso di vuoto, di solitudine, di finitudine che ci frastuona.

A quanti però lo hanno accolto ha dato

potere di diventare figli di Dio: a quelli

che credono nel suo nome …

Accogliamo il Verbo che nell’amore lascia il cielo e viene ad abitare in noi,  in questa umile dimora che è la nostra vita, nelle nostre esigenze di senso, nelle nostre relazioni malate, nel nostro bisogno di affetto, nei nostri progetti di vita, nelle nostre vicende quotidiane; lasciamo che Lui generi vita in noi, perché noi possiamo diventare ciò  che accogliamo .

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta…

 Accogliamo la Luce per divenire anche noi piccole scintille di luce,  accogliamo la vita perché possiamo noi nascere a nuova vita, e celebrando il suo Natale  celebriamo l nostro natale .

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