24 Gen Dammi il tuo cuore
La matassa dal filo rosso della mia vocazione di monaca carmelitana si dipana da un passaggio “casuale” davanti a una chiesetta incastonata tra le rocce di un paese di montagna.
Uno sguardo incuriosito e un portone socchiuso… Un librone all’ingresso con firme e preghiere votive, e una Bibbia aperta sul libro dei Proverbi.
L’occhio cade su quel versetto:
“Figlio mio dammi il tuo cuore e i tuoi occhi prendano piacere nelle mie vie”. ( Pro 23,26)
Qualcuno cercava un cuore… il mio cuore. Tutto comincia da qui.
Sono monaca di vita contemplativa claustrale nell’Ordine delle carmelitane dell’Antica Osservanza.
E proprio da una passeggiata in montagna inizia il mio cammino vocazionale.
Uno passaggio della Provvidenza di Dio nella mia vita, e una inquietudine interiore …
Così ho potuto conoscerlo e ascoltare la sua voce.
Ho conosciuto cadute, vuoto, passi falsi, ma anche nostalgia di cose grandi, e un desiderio forte di trovare risposte alle domande di senso che portavo dentro.
Ma a Dio bastò quell’istante di abbandono alla sua Parola .
…. Dammi il tuo cuore
Ho cercato, ho vagato, ho bussato a varie porte…
Ho chiesto aiuto, ho pregato prima di trovare una realtà che corrispondesse a un preciso richiamo interiore: persone che fanno un cammino di libertà per un amore più grande. Persone che non hanno nulla ma possiedono tutto. Persone che cadono, sbagliano, falliscono, ma si rialzano confidenti nella misericordia di Dio.
Donne che fanno della vita un cammino di conversione e del loro cammino di conversione, il primo annuncio, una testimonianza, un’offerta, un apostolato.
Pochi giorni vissuti ad osservare e come un raggio di sole, questo stile di vita ha penetrare il senso di tutto il mio vissuto, la mia ricerca, il mio desiderio di sentirmi amata e di amare e la possibilità di poterlo comunicare con la vita e a tutti.
Avevo finalmente trovato quello che cercavo!
Il posto e il modo di dare tutto il mio cuore a Dio.
Qui i miei occhi prendevano piacere nelle sue vie. La sua parola si realizzava in me.
Un cammino di conversione in un carisma che è ossequio di Gesù Cristo in una vita semplice ma vissuta alla sua presenza continuamente. In ascolto “nocte et die” della sua Parola.
Giornate intessute di lavoro, che sostiene, permette di esprimere le doti umane, consente di curare e custodire il creato, accomuna ai fratelli e alle sorelle che faticano per guadagnare il pane…
Uno stile eremitico- cenobitico dove silenzio, solitudine, raccoglimento, custodia di ascolto e incontro del “Tu”, si apre ad una fraternità semplice e lieta, costruita ogni giorno sui pilastri della corresponsabilità, della condivisione, della carità.
Una vita nascosta con Cristo in Dio e mai ferma sul sentiero della ricerca del suo volto nei frammenti di gioia o fatica che il quotidiano offre.
Qui al Carmelo avevo capito come stare davanti a Dio per tutti.
Avevo capito come esprimere e incontrare l’amore, avevo capito come poter imparare e provare a vivere le parole di Gesù quando dice: “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per gli amici”.
Molti che mi conoscevano si stupivano di questa mia scelta, vedendo nel mio mondo la completezza nella genitorialità.
Non potevo dare risposte, e non volevo darne… Il cammino di discernimento era ancora in corso e anche io cercavo di comprendere come convogliare tutte le mie risorse e unificarmi nell’unico orientamento per Cristo.
Oggi, a distanza di tempo, con un po’ di cammino alle spalle posso dire che, sì, in questa vita monastica, contemplativa, claustrale, nel carisma carmelitano, e nella comunità dove il Signore mi ha condotta, mi ha fatto anche il dono di vivere, esprimere, donare la mia maternità.
Intercedere, ascoltare, accogliere … essere per quanti ci raggiungono, per quelli che lo chiedono e per quanti non conosceremo mai, per tutti…. grembo, alzare le braccia, lodare, adorare, supplicare, ringraziare per tutti… contemplare, consolare, cum-patire.
Dammi il tuo cuore!
questo è un pezzo di cammino. Pennellate di luce su una tela grezza, povera, incompiuta, ma sinceramente consegnata alle mani dell’Autore e solo per la sua gloria.
AnTonia
Pubblicato alle 17:29h, 26 FebbraioBuonasera dalla Basilicata.
Vero.
Alla fine ciò che conta è l’Amore. Beati quelli che se ne possono cibare, spaziando l’intero essere.
✨️
Mario
Pubblicato alle 23:31h, 02 MarzoTempo fà facevo parte di un coro cantando brani nella messa domenicale; le parole di un motivo recitavano :
“ guarda verso le montagne dove ci sarà la salvezza” parole che custodisco nello “ scrigno” del cuore. Il mio rapporto con l’ambiente montano è sempre stato improntato all’insegna dello stupore e meraviglia con annesse microestasi, una simbiosi totale. Qui “respiro Dio “ a pieni polmoni ……… poi quando scendo giu finito una escursione il respiro di Dio comincia a svanire …….. l’aria diventa più inquinata; il magico silenzio lascia il posto al frastuono della valle trafficata; le immagini delle vette che toccano il cielo vengono sostituite con edifici strade automobili; qui Dio e sparito alla mia vista ha smesso di danzare dentro di me …….. ma l’ho conosciuto, sperimentato, gustato, ……. Sappiamo dove rincontrarci …
Con affetto mario
Marcella
Pubblicato alle 01:23h, 07 LuglioEsprimere, incontrare e respirare il Suo Amore, nonostante cadute, deserti, fatiche.
Ci chiede di dargli in nostro cuore, affinché venga custodito nel Suo.
Il solo ripensare a voi è una preghiera gioiosa.