crea in me o Dio un cuore puro

il nostro cuore

Crea in me o Dio un cuore puro

Dopo qualche giorno di assenza torniamo a condividere alcuni stralci di vita.

Lo spunto ci viene dallo sguardo trepidante sui paesi in guerra, sulle vite spezzate, sui tanti equilibri saltati, sul reiterarsi e perpetrarsi della legge di Caino a dispetto di una fratellanza universale stabilita per sempre dal sangue di Cristo. 

Ma la nostra attenzione si volge anzitutto al cuore dell’uomo, a quella interiorità di cui Gesù dice essere il luogo da cui escono i pensieri cattivi. (

Da dove nascono infatti le più efferate forme di odio e violenza se non dal cuore?

E da un cuore spesso capace di contraffare la realtà usando anche le giustificazioni più alienanti?

Non sarebbe forse per noi troppo scontato parlare di guerra, di morti, di profughi, di armi nucleari senza considerare che ognuno di questi aspetti riguarda il cuore umano malato, ripiegato, idolatrato? 

Allora la preghiera che si eleva per la pace ha più senso e consistenza se ciascuno comincia a guardarsi dentro.

La preghiera è autentica se impariamo a conoscere e nominare le nostre guerre interiori, e soprattutto a capire quale battaglia è necessario ingaggiare per risanare il nostro cuore.

E ancora chiedersi: quali piccoli passi compiere per creare lunghi percorsi, quali scelte ordinarie effettuare per delineare grandi decisioni, quale stile di relazioni vivere per instaurare possibilità di rispetto, accoglienza, integrazione.

Il dialogo quindi lo sviluppiamo a tu per tu, tra me e te che leggi.

Ci incontriamo in un sincero coinvolgimento rispetto alla vita concreta, al nostro modo tangibile di stare nella quotidianità .

Ci facciamo strada insieme verso il nostro mondo interiore per conoscerlo, per vedere cosa lo abita, per comprendere quanto esso sia luogo di violenza espressa con sentimenti ostili, con gelosie, con rivalità, con ogni sorta di chiusura o aggressività, con giudizi malevoli o pregiudizi.

Un sincero e onesto sguardo ai veri motivi che orientano il nostro parlare e agire; alle nevrosi che spesso ci annebbiano la consapevolezza o a tante ferite forse mai sanate dalle quali sgorga un modo insano di percepire e decodificare la realtà.

Stando in questa dinamica di ascolto e sguardo interiore ci si rende conto che la prima e la più dura battaglia da combattere è quella contro se stessi.

Quella stessa battaglia che fa dire a Gesù :”il regno dei cieli è dei violenti (Mt 11,12)”. O anche : “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! (Lc 12, 49).

Violenti per il regno, fuoco gettato sulla terra: imparare a conoscere il proprio mondo interiore, prendere con determinazione e costanza le distanze da ciò che in esso è segnato dalla logica del possesso e del dominio; spogliarsi progressivamente ma fattivamente della presunzione di farsi valere su o contro gli altri, accettare di abbandonare garanzie rassicuranti; disarmarsi abitando le proprie vulnerabilità.

Violenti ossia decisi, forti di un amore e di una misericordia che animano e governano pensieri, sentimenti, azioni.

Fuoco: il luogo del vaglio la coscienza purificata di fronte a ciò su cui si fa realmente affidamento. Alveo della verità; Terra in cui si manifesta inequivocabilmente l’orientamento del cuore.

Il luogo in cui impariamo a vivere l’esperienza del discernimento nello Spirito: 

Un discernimento che non viene da “carne e sangue” (cf. Gv 1,14), 

 Ma come imparare  discernere? 

Anzitutto educarsi a vedere, ascoltare e pensare.

Entrare in un rapporto di conoscenza con la realtà, gli eventi, le persone con attenzione e vigilanza e nel confronto docile con la parola di Dio.

“Luce ai miei passi è la tua Parola” (da Sal 119).

Luce all’ intelligenza, al pensare, al meditare. 

Ogni mattino lasciarsi aprire l’orecchio dal Signore per ascoltare come un discepolo (cf. Is 50,4); ed esercitarsi a rimanere, a “so-stare” saldamente e fiduciosamente nella Parola. 

Allenarsi ogni giorno per acquisisce una capacità nuova di ascoltare la coscienza e le verità del cuore; rimanere anche con fatica in quello sguardo intimo che non guarda tanto alle cose quanto attraverso esse, fino al loro cuore, fino al centro. Imparare a guardare non dal basso, dal limite ma dall’alto, con la grandezza del desiderio di Dio  così da riuscire a cogliere un’ispirazione, una mozione interiore, un’intuizione da cui intravedere dove Dio ci vuole : “nutrire in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (cf. Fil 2,5). 

Così inteso il discernimento diviene una “decisione presa con lui”, un sì all’ispirazione del Signore e un rifiuto convinto alla seduzione del male. 

Così vissuto il discernimento parla di un cuore purificato, rinnovato… e fa sì che la fede diventi attiva, creativa, efficace… apertura sincera alla volontà di Dio per noi e risposta concreta di fronte ad ogni bisogno e drammaticità.

Crea in me o Dio un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo ( dal salmo 51)

Nessun commento

Aggiungi un commento