cosa amo

Cosa Amo … quando amo Te ( coro carmelitane di cerreto, Testo S. Agostino, musica Stefania Bona)

“Ciò che sento in modo non dubbio, anzi certo, Signore, è che ti amo. Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai, e anche il cielo e la terra e tutte le cose in essi contenute, ecco, da ogni parte mi dicono di amarti, come lo dicono senza posa a tutti gli uomini, affinché non abbiano scuse. Più profonda misericordia avrai di colui, del quale avesti misericordia, userai misericordia a colui, verso il quale fosti misericordioso. Altrimenti cielo e terra ripeterebbero le tue lodi a sordi. Ma che amo, quando amo te? Non una bellezza corporea, né una grazia temporale: non lo splendore della luce, così caro a questi miei occhi, non le dolci melodie delle cantilene d’ogni tono, non la fragranza dei fiori, degli unguenti e degli aromi, non la manna e il miele, non le membra accette agli amplessi della carne. Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio. Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo e amplesso nell’amare il mio Dio: la luce, la voce, l’odore, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che è in me, ove splende alla mia anima una luce non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove olezza un profumo non disperso dal vento, ov’è colto un sapore non attenuato dalla voracità, ove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà. Ciò amo, quando amo il mio Dio” ( S Agostino, Confessioni, 10, 6, 8).

Un movimento ininterrotto del cuore, della mente, della vita. Un desiderio che si trasforma in ricerca, che urge e freme nell’attesa di un incontro.  Toccate nell’intimo, non riusciamo più a resistere al grido del suo desiderio e cerchiamo, con trepidazione, la sua presenza, la sua volontà, il suo volto, il suo amore che sempre precede. Tutto ci parla di Lui, tutto ci porta a Lui. Nulla ci attrae più se non in Lui. Non spariscono limiti o paure; non siamo esenti da errori, fallimenti, peccati … ma ci assale una fame di pienezza che nessuna cosa può saziare. Sì, è l’inquietudine dell’amore, di chi cerca Lui nel cuore delle notti della confusione, dello smarrimento, dei perché; di , inciampando e candendo, non smette di rialzarsi per correre verso un di più, verso un Oltre, verso l’Altro; di chi sente che Dio è per lei più vitale dello stesso respiro. Si profilano all’orizzonte opportunità e sogni, ma si avverte interiormente che una sola è la chiamata: “Stare con Lui”, partecipare al mistero della sua Incarnazione, Passione, Risurrezione con l’offerta della propria povera vita. E si avvia la ricerca, il confronto, il dialogo. La mente e il cuore si sentono trascinati da un unico pensiero: capire dove? Come? In compagnia di chi? La Parola di Dio diventa la prima fonte, il primo accesso, la prima via … Cerchi aiuto per accostarla non in modo magico o ritualistico ma in modo vitale, esistenziale. Una guida, un padre, una madre spirituale, diventano quel necessario punto di riferimento per entrare nel mistero della vocazione in modo sapienziale. La preghiera: l’unico, ininterrotto, movimento del cuore. Notte e giorno, come un vortice, come un alone, come un’ombra che ti copre , ti riveste e ti cinge di forza.
Cerchi, nel quotidiano, nelle vicende ordinarie la voce di Dio sempre pronta a sorprenderti, la sua mano a sostenerti, i suoi passi precederti. Tu cerchi, ti informi, visiti, frequenti, parli …. Ma … giunta al tuo posto, quello preparato da sempre, lì dove tu sei attesa, amata, desiderata, appena varcata la soglia è aria di casa. Si affollano in te mille paure, molte domande e tante fatiche ma tu resti, li hai trovato l’Amore. Conosci le sorelle e approfondisci la conoscenza di te, apprendi, usi e costumi e man mano smussi le tue precomprensioni…. Ridi, scherzi, sbagli, piangi… Tutto un circuito di emozioni. Ogni fibra interiore ed esteriore è toccata dal cambiamento. È il tempo del vino nuovo in otri nuovi. Inizia così l’avventura di un amore sponsale in cui Dio, per puro dono, fissa lo sguardo su di te e ti ama. Non sei migliore di nessuno, anzi … Non è detto neanche che sari fedele, anzi certamente dovrai affidarti spesso al grembo fecondo della sua misericordia. Ti smarrirai sulla via del precetto dell’amore del prossimo. Proverai aridità, appesantimento, noia, stanchezza, distrazione… Sarai di carne e ossa ancora, fino alla fine della tua vita. Ti aiuteranno, allora, la preghiera liturgica, quella personale, l’incontro assiduo con la Parola, il confronto fiducioso con chi è più avanti nel cammino, i sacramenti. Non sarai sola perché il suo amore è esigente ma fedele. La vocazione è un dono ma richiederà una risposta libera e responsabile. Come una lampada da alimentare continuamente, come un fuoco da ravvivare, come una continua e trepidante ricerca di amore traboccante, come sete saziata ma insaziabile; come realtà concreta ma illimitata; come un continuo tendere all’Amore … come fecondità per la Chiesa e per il mondo.

Tags:
Nessun commento

Aggiungi un commento