contemplazione

Contemplazione

La contemplazione costituisce il viaggio interiore della carmelitana. Essa proviene dalla libera iniziativa di Dio che ci ha toccato e ci trasforma verso l’unità di amore con lui, elevandoci a poter godere gratuitamente di essere amate da Dio e vivere nella sua presenza amorosa. E’ questa un’esperienza trasformante dell’amore di Dio che sovrasta. Questo amore ci svuota dai nostri modi umani limitati e imperfetti di pensare, amare e agire e li trasforma in “modi divini”, abilitandoci “non soltando dopo la morte, ma anche in questa vita mortale, a gustare alquanto nel cuore e a sperimentare nell’animo la potenza della presenza divina e la dolcezza della gloria celeste” RIVC 2000, 23. La dimensione contemplativa non è soltanto uno tra gli altri elementi del carisma, articolato in preghiera, fraternità e servizio, ma è l’elemento dinamico che li unifica tutti. RIVC 23.

 Un Cammino interiore

In questa progressiva e continua trasformazione in Cristo operata in noi dallo Spirito, Dio ci attrae verso di sé in un cammino interiore che ci porta dalla periferia dispersiva della vita alla cella più interna del nostro essere, dove Egli dimora e ci unisce a sé.

Tale cammino interiore esige un impegno costante e radicale che dura tutta la vita, mediante il quale, animate della sua grazia, cominciamo a pensare, giudicare e riordinare la nostra vita contemplando la sanità e la bontà di Dio, come ci è stata rivelata e donata in abbondanza nel suo Figlio. Non è un processo lineare né uniforme. Comporta momenti critici, crisi di maturazione e di crescita, tappe in cui si fanno nuove scelte, soprattutto quando dobbiamo rinnovare la nostra opzione per Cristo. Ciò appartiene tutto alla purificazione del nostro spirito nel suo più profondo perché possiamo essere conformate a Dio.

Il processo interiore che porta a sviluppare la dimensione contemplativa fa acquistare un atteggiamento aperto alla presenza di Dio nella vita, insegna a vedere il mondo con i suoi occhi, spinge a cercare il suo volto, a riconoscerlo, ad amarlo e a servirlo nei fratelli.

 Un cammino evangelico

La Buona Notizia del Padre – Gesù, la sua persona e la sua missione è stata e continua ad essere l’elemento fondazionale della vita consacrata e, più specificatamente, della vita carmelitana. Recentemente sono state poste in rilievo, per i discepoli di Gesù, due icone evangeliche: la samaritana e il buon samaritano. Entrambi “diventano per noi mistagoghi di una contemplazione impegnata e di una misericordia contemplativa. Nei due si integrano armoniosamente contemplazione e azione: il samaritano scopre nel prossimo sofferente il volto di Dio e lo soccorre”. PCH, II

Il Carmelo intende la vita secondo i consigli evangelici come il modo più appropirato di camminare verso la piena trasformazione in Cristo. Egli ha scelto per sé questo stile di vita e lo propone ai discepoli, perché possano decentrarsi da se stessi e aprirsi al dono di Dio che li conforma a Lui per la costruzione del Regno. Perciò l’esercizio dei consigli evangelici più che una rinuncia è un mezzo per crescere nell’amore e giungere così alla pienezza della vita in Dio.

Un cammino ascetico

Il processo di trasformazione in Cristo esige da parte nostra l’impegno continuo a “offrire a Dio un cuore santo e purificato da ogni macchia attuale di peccato. Raggiungiamo questo fine quando siamo perfetti e in Carith, ossia nascosti in quell’amore (in charitate) di cui dice il saggio l’amore copre ogni colpa” ( prov 10,12b) RIVC 2000, 26

Infatti questo processo non può realizzarsi se si basa sulla semplice forza di volontà, disgiunta dall’esperienza dell’amore trasformante di Dio che è stato riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo e che ci dà la forza di rispondere all’invito radicale di Cristo:”chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.

D’altra parte esso richiede “il nostro sforzo e l’esercizio delle virtù” Sostenute dalla grazia, ci impegniamo in una progressiva trasformazione: attraverso l’incontro con Cristo e il processo di unione con lui, l’uomo vecchio lascia il posto al nuovo e ci si riveste di Cristo, producendo il “frutto dello Spirito”.

L’ascesi riveste una importanza particolare nella vita contemplativa. Un’ascesi personale quotidiana, portando la nostra croce ogni giorno, è essenziale ad una vita di offerta totale, per la quale è necessaria una formazione che educhi al senso cristiano dell’ascesi. L’uomo nuovo riceve la sua formazione basata nel mistero pasquale, che deve costituire il nucleo dei programmi formativi. C’è bisogno di testimoni del mistero pasquale del Cristo, la cui prima tappa passa obbligatoriamente attraverso la Croce. Da qui “l’indispensabile necessità dell’ascesi nella formazione e nella vita dei religiosi”PI, 36.

E’ l’amore quel che più profondamente ci purifica. Il desiderio di Dio depura l’anima, la conduce all’oblazione totale, a cercare di identificarsi totalmente con il Signore crocifisso. Per mezzo di questa disposizione, la clausura rappresenta un mezzo ascetico che si trasforma in pegno di questa totale offerta che come carmelitane bramiamo. Stare in clausura vuol dire stare nel crogiuolo dell’amore. VS, 9. Tutte le rinunce diventano dolci, quando la loro origine è l’amore.

 RIVCM 9,10,11,12

4 Commenti
  • lucilla lisarelli
    Pubblicato alle 21:34h, 30 Novembre Rispondi

    grazie per le vostre comunicazioni che apprezzo e leggo con gioia. Grazie per le vostre preghiere che ricambio di cuore.

    • Monache Carmelitane
      Pubblicato alle 22:02h, 22 Marzo Rispondi

      Grazie a te Lucilla per le tue parole e i tuoi messaggi. Ti ricordiamo al Signore e sei presente nella lode!

  • Pingback:abbracciare la vita contemplativa
    Pubblicato alle 09:51h, 04 Dicembre Rispondi

    […] amore, desideriamo rispondere alla sua chiamata in un modo più radicale. Nell’abbracciare la vita contemplativa, conosciamo già qualcosa di Colui che ci chiama, le esigenze della sua chiamata e attendiamo il […]

  • Pingback:carmelitane meditazione
    Pubblicato alle 13:25h, 23 Gennaio Rispondi

    […] la meditazione schiude l’anima all’interiorità fino ad accenderla in Dio: ” La contemplazione, infatti, non è altro che un’infusione segreta, pacifica e amorosa di Dio nell’anima; […]

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