con passo monastico- La comunita’

Con passo monastico… La comunità

Con passo monastico… giungiamo oggi alla comunità come luogo privilegiato dell’incontro con Dio Trinità. È un aspetto centrale della nostra vita monastica carmelitana che pur mantenendo la sua espressione eremitica, alimenta nella sororità, con la linfa del silenzio e della solitudine, la vita di comunione. Non ci riferiamo ad un semplice “stare insieme ma ad un aspetto essenziale per vivere un carisma integralmente contemplativo.

Nella nostra quotidianità ci sono delle dimensioni che cerchiamo di curare in particolare: Ascoltare, meditare, approfondire, pregare e vivere la Parola. Poi la liturgia: essere unite nel riconoscere il mistero di Cristo e celebrarlo, con l’attenzione nell’averlo a cuore. La sororità, ovvero una comunione che passa attraverso tutto: la ricreazione, i servizi, l’attenzione reciproca… 

Nella semplicità di un procedere talvolta spedito, altre lento e zoppicante, proviamo a vivere l’impegno di partecipare alla Comunione trinitaria. Per noi, infatti, lo scopo non è la comunità in sé: è la comunità in quanto Cristo, grazie allo Spirito, ci dà di partecipare all’origine e al fine di tutto l’essere. 

Perché vivere e talvolta sacrificarsi per la comunità?: Perché è così che si ama, che non si è egoisti…? Beh sarebbe questa una risposta insufficiente, filantropica e forse moralistica. Giorno per giorno cresciamo nella consapevolezza che siamo chiamate, invece, ad assumere una dimensione contemplativa per vivere questa sfida. …Vivere la comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi Rimanete nel mio amore». (Gv 15,9)

Cristo ci offre questo amore, questa comunione. «Rimanete nel mio amore». E noi siamo costantemente chiamate e sollecitate  a vivere  di  questa memoria.  

La comunità senza memoria è impossibile… 

Questo sguardo ci pone nell’ottica della vera libertà nella comunità, per cui la scelta di tagliare o potare quanto non è incline alla vita comunitaria diviene la “bella” opportunità di vivere tutto per Cristo, per partecipare a ciò che Cristo dona. 

La fatica è riposta, assunta e superata nel fascino del Mistero di Cristo. Ed è testimonianza! 

Un passo decisivo e imprescindibile è fare memoria della vocazione, di Gesù che  chiama  a stare in Lui attraverso la comunità. Questo trasforma ogni cosa». Avviene il miracolo ! 

Mi chiederai cosa voglia dire concretamente fare memoria della vocazione? 

La nostra storia personale e comunitaria testimonia che far memoria della vocazione vuol dire prima di tutto fare memoria di Cristo presente. Sempre, anche nelle cose aride… nei deserti, nelle  cose in cui non vedo esito: che mi chiedono quello che non vorrei fare, dove non vorrei stare. Ma proprio queste cose, situazioni, condizioni ci portano ad affidare tutto a Lui. 

«Chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto» (Gv 15,5). 

La memoria di questa Parola ravviva la coscienza che per me, per noi la comunità con il suo stile, e la sua sinergia resiliente e le sue fragilità e debolezze è il luogo in cui aderiamo a Cristo: la fecondità è assicurata da questo. La vocazione è Cristo, non è una cosa. È un rapporto. E la vocazione particolare è che Cristo per ognuna di noi ha un luogo, una forma in cui gli fa capire dove rimane unita a Lui, È come un diapason in cui, con l’aiuto della comunità, ci si può sintonizzare.  La terra dove trovare linfa per la tua vita  Con questa forza si entra nel dinamismo di una testimonianza nuova . Essere monache Carmelitane : una vocazione  non fissata su un compito specifico, funzionale a qualcosa: una totalità. Ed è questo il compito più importante: dimostrare come questa vita prende tutta la nostra umanità se stiamo a certe dimensioni: la preghiera, il lavoro, la comunità… Legarsi a un luogo incarnato in cui siamo sollecitate a cambiare, a convertirci in prima persona e non ad intervenire sull’ambito o sulle altre. 

Un luogo in cui le relazioni manifestino il fascino della libertà. 

Un luogo dove magari alla lunga sembra che non succeda niente. Ma è un lievito. Sembra che non trasformi, ma lo fa. 

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