comunità :

La mia casa ….

Quando guardo la comunità e ne assaporo il divenire …

Se scruto negli occhi di chi viene  a conoscerci  e trascorre del tempo con noi….

 E  … prego perché possiamo essere ciò che siamo …

Io penso:

Come non amarti comunità fatta di volti, persone che amano, parlano, si impegnano, si sacrificano, difendono lo stile di “casa”…pregano.

Come non desiderarti nel tuo instancabile movimento di amicizie, affetti,  e del continuo apprendistato del dialogo e della comunicazione interpersonale”.

Qui da te si impara la sapienza contadina… Quella che sa sudare e pazientare ; il senso del lavoro, l’essenzialità delle cose, l’industriosità nel darsi da fare, l’ottimismo a tutta prova, la resistenza nei momenti di fatica, la capacità di ripresa dopo le batoste, l’allegria sempre e comunque, lo spirito di solidarietà, la fede viva, la verità e l’intensità degli affetti, il gusto della sororità e la franchezza come respiro della libertà.

 Tu  sei  casa dove i sentimenti, gli atteggiamenti, gli ideali, i valori sono comunicati vitalmente, sovente con un linguaggio non verbale e soprattutto non sistematico, ma non meno efficace e costante. 

Porti con “normalità” le infirmitas   dei corpi e delle anime di tutte .. .

Sì, a volte sembra proprio che ti manchi la capacità di stare in piedi, di camminare. 

Sei anche tu talvolta fluttuante, ti scontri con la banalità di cose effimere ma non ti scoraggi e sai offrire a chi fa fatica il sostegno e l’accompagnamento necessario nella stabilità e nella fermezza interiore, umile e misericordiosa, che permette di fare un cammino e un’esperienza profonda e stabile della vita di comunione con Dio …

Talvolta credi di vedere solo una abitazione comune e avverti necessità di maggiore  fiducia e rispetto, di una vita fraterna più libera, più trasparente, più equilibrata, più grata … più leggera.

Ti sembra poca la condivisione su ciò che è veramente profondo nella tua vita e esperienza.

Questa condivisione -lo sai-richiede un’umiltà, l’umiltà di riconoscere che abbiamo bisogno le une  delle altre.  E sai anche- perché lo sperimenti- che la comunione, prima che dalla condivisione delle ricchezze, nasce e si alimenta nella condivisione delle fragilità.

Allora hai una priorità: fare esperienze di incontro e comunione fraterna nelle quali tutte si sentano chiamate sempre a essere il sostegno dell’altra, tutte possano fare l’esperienza di essere  sorores fluctuantes consolate, sostenute, accompagnate . E sì … questa esperienza  ti rende stabile, ti rende capace di camminare e di accompagnare .

Ti vedo sulla strada:

7 miglia, da  Gerusalemme a Emmaus.

 La fedeltà alla Regola, al carisma, alla tua vocazione  di comunità, ti mette su quella strada, in quella data, in quell’ora..

 Qui Gesù  ti vuole raggiungere e camminare con te. 

È  sempre una sorpresa che Lui ti raggiunga, che Lui ti parli, che Lui infine si manifesti, ma è la tua  fedeltà che ti dispone a questa esperienza, che ti apre a questo dono del Signore. Allora la passione, la speranza e la gratitudine, ti sono donate, sono grazia.

Comunità:

lasciati guardare da Dio, e lasciati manifestare da Lui quello che sei veramente, come sei veramente, la bellezza che rimane sempre in te ai suoi occhi.

Dai priorità al tempo, stai pazientemente nei  tuoi processi , non preoccuparti di possedere certezze.

 Continua a discernere i piccoli passi del cammino, che non sono mai insignificanti o inutili se iniziano e continuano un processo di vita che non ha come orizzonte uno spazio di potere da raggiungere, ma l’eternità che la grazia e l’amore fanno iniziare ora ,,,, e poi affidati con fede e speranza al compimento che solo Dio può realizzare.

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