monastero

Carmelitane oggi, un presupposto.

L’attualità della forma di vita carmelitana contemplativa è nella sua capacità di accoglienza e maturazione del  dono che Dio gli affida. Ma cosa vuol dire questo e soprattutto in che modo è possibile partendo dalla parabola evangelica dei talenti e dalla tradizione carmelitana che continuamente nel “vacare Deo” afferma il primato di Dio e della vita secondo lo spirito puntando soprattutto sulla spiritualità (Ripartire da Cristo 4) , unico sentiero per una vera pedagogia della santità (RdC 20). In primo luogo nel percorso monastico e nello specifico nella vocazione carmelitana che è chiamata a una vita di profonda intimità con il Signore, è necessaria sin dall’inizio, seppur in germe e proporzionata, una dimensione di appartenenza. Senza questo “atteggiamento” di fondo che configura la mia postura interiore rispetto a un carisma è difficile iniziare un percorso.

La chiamata al Carmelo non possiamo darcela noi, viene solo da Dio. E’ dunque importante che ci sia sin dal primo momento un “fascino”, una”corrispondenza” anche minima con la spiritualità carmelitana, e nello specifico con la modalità concreta con cui un monastero singolo la vive. Si tratta di “quel qualcosa” che mi permette di dire “mi trovo a casa”, “mi appartiene”, “mi corrisponde”.  Se questa relazione, “assonanza” manca sin dalle prime fasi di conoscenza, con molta probabilità non ci sarà neppure in futuro e per quanto si potrà lavorare sulle personali inconsistenze, avverrà, prima o poi una sorta di distanziamento fino a poter assumere, nell’estremo, anche i caratteri di quella lenta apostasia della fede di cui parlava Giovanni Paolo II.  A volte capita che lentamente la persona scopra cosa sia il Carmelo e si senta attratta dalla vita carmelitana. Che conoscendo e approfondendo questa spiritualità ne resti “catturata”.

Sarà poi necessario sviluppare e acutizzare lo sguardo interiore per consegnarsi a Dio senza riserve, con fiducia, slancio, totalità e definitività. La comunità dal canto suo vive una rinnovata preparazione per accogliere e far maturare adeguatamente il dono che il Signore le affida attraverso nuove sorelle. La vita secondo lo Spirito trascina con sé tutte le componenti di crescita e di sviluppo armonico della persona lasciando il primato a Cristo,  che porterà a compimento l’opera da Lui iniziata e datore di quella sapienza spirituale che nasce solo dalla frequentazione di Lui. La chiamata alla vita contemplativa è un dono per la persona, e come ogni dono spirituale è una grazia donata per servire per essere una vita offerta nel nascondimento, nel silenzio, nella solitudine, nella preghiera davanti all’Unico, al solo Dio. Questa dimensione puramente contemplativa, cara alla tradizione carmelitana, sempre cercata nei monasteri dell’Ordine viene oggi grandemente difesa attraverso la rinuncia al pensiero mondano di ogni forma di possesso, la ricerca attenta di luoghi solitari dove costruire le proprie abitazioni, come ricorda la nostra Regola, e riposare nella quiete del “meditare” giorno e notte la legge del Signore per abitare in essa con un amore totale per Dio, autentico nella misura in cui chi si dona lo fa in maniera definitiva; la vocazione ad amare che genera una sequela di Cristo povero, casto, obbediente fino alla morte di croce. C’è un mistero che supera la comprensione dietro il nostro seguire le sue orme? per comprenderlo possiamo solo vivere queste giornate passo dopo passo nell’esperienza della sua presenza in mezzo a noi.

 

Nessun commento

Aggiungi un commento