Buia la notte

Buia la notte della tomba
ma i raggi delle sante ferite
penetrano la durezza della pietra,
sollevata leggermente e posta a lato;
dal buio della tomba si erge
il corpo del Figlio dell’Uomo
illuminato di luce, irraggiante splendore,
nuovo corpo risorto del Figlio dell’Uomo.
(Edith Stein).

L’esperienza della notte, della tomba porta con sé la durezza della pietra che solo l’umanità di Cristo può penetrare con i raggi delle sue ferite, con la luminosità della sua umanità. La notte della tomba resta in ombra, buia la notte, senza quel corpo trafitto che solleva la coltre del buio così come rotola la pietra e irraggia splendore nuovo. La luce del corpo risorto si effonde dal sepolcro come nuovo giorno che sfolgora sin dal mattino. I suoi raggi hanno scaturigine in tutto il Figlio dell’Uomo e in particolare sembrano venir fuori dalle sante ferite in modo splendente, di fronte a tale forza e luminosità si intrecciano meraviglia e stupore grandi. La forza evocativa dell’immagine della Risurrezione schiude a una speranza senza tramonto, alla promessa che custodisce: la vittoria definitiva sulla morte.

Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! (Col 3,1-3).

 

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