Battesimo di Gesù

Con la solennità del Battesimo del Signore si conclude liturgicamente il tempo di Natale e comincia quello che viene definito tempo ordinario. Tale solennità fa da spartiacque tra questi due tempi, il primo ci ha immersi nel mistero dell’incarnazione, l’altro ci introduce nella vita pubblica di Gesù per poi farci inoltrare, con la quaresima e la Pasqua, nel mistero della passione morte e Risurrezione di Gesù.

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Battesimo di Gesù, Duomo Monreale.

Il tempo ordinario, nella pedagogia della Chiesa, intende accompagnare i cristiani nel loro cammino di fede proponendo un viaggio, attraverso la Parola, nell’esperienza del popolo dell’Antica alleanza e soprattutto nell’esperienza terrena di Gesù.

Un itinerario che ci accosta alla Parola per accostarci a Colui che continuamente ci avvicina, si fa prossimo alla nostra quotidianità e la vive fino in fondo partecipando a tutte le condizioni a cui essa interpella.

Dio infinito e onnipotente entra nel tempo, si fa partecipe della esperienza umana in tutte le sue forme ed espressioni, (tranne il peccato) e sceglie il tempo per la sua misericordia rendendo ogni tempo, redento: di salvezza.

Il tempo di Natale si conclude con il battesimo di Gesù come l’atto ufficiale della condivisione di Cristo di tutta la vicenda umana. Lui che battezza con il fuoco dello Spirito, si lascia battezzare dall’acqua, Lui che è Dio, si mette in fila con gli uomini per condividere l’esperienza della supplica, del’invocazione, del bisogno di perdono, della purificazione

Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora

Gesù dice al Battista di lasciar fare per ora perché la sua esperienza di figliolanza divina venga riconosciuta non come un suo privilegio ma come una verità profonda per ogni credente.

L’ immersione di Gesù nell’acqua del Giordano è un invito per noi a riconsiderare l’immenso dono del nostro Battesimo. Non solo per affermare una appartenenza ecclesiale ma soprattutto per permettere al nostro cuore di sentire la figliolanza nei confronti di un Dio che si compiace di essere nostro Padre/Madre.

Gesù ritiene kerigmatico il suo Battesimo perché ogni battezzato possa vivere il proprio battesimo come il sacramento del tempo ordinario, di tutti i giorni, feriale, quel tempo durante il quale Dio si mette in fila con gli uomini, si mescola nelle sue vite, entra nei suoi affanni quotidiani, si immedesima nelle sue occupazioni e preoccupazioni, assimila e porta su di sé i dolori del cuore, li guarda con compassione quando inciampano sul loro stesso ego infranto o ingigantito, come un genitore che si compiace del proprio figlio e, quando non può fare a meno di riconoscere il suo sbaglio, trova sempre in fondo al cuore un gancio al quale farlo appigliare per poterlo risollevare.

Il battesimo di Gesù è teofania della Trinità sulle rive del Giordano come è prefigurazione della Teofania della Trinità nella nostra vita. Il battesimo, assimilato consapevolmente al quotidiano come reale ed efficace sacramento della figliolanza, ci fa essere Vangelo, ci rende di Cristo e come Lui , trasforma la nostra vita, fa di noi la casa della Trinità e genera passione samaritana per ogni uomo facendolo sentire fratello.

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