
02 Dic Avvento
Attendere … ostinatamente!
San Basilio afferma che il cristiano “è colui che attende il Signore” (cf. Regole morali 80,22). Desto, dunque, rimane il cuore dell’orante, avvinto dal mistero del suo farsi “uno di noi”, sempre colmo di gratitudine di fronte allo svuotamento di Dio, alla sua caparbietà nel monstrarci il suo amore e mendicare la nostra povera risposta, al suo farsi piccolo, povero, umile, alla sua pazienza di fronte alla nostre infedeltà, al suo rimanere alla porta e bussare anche quando il nostro cuore, distratto da altri amori, dipendente da effimeri bisogni o agitato da vane preoccupazioni, si chiude all’ascolto. Di fronte all’evento dell’Incarnazione, sedotto da un amore così vero, l’orante non può fare a meno di attendere… come sentinella, giorno e notte, sempre vigilante, pregando senza stancarsi, sempre invocando la sua venuta… “Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle ” (cf. Is 62,6-7); … proteso in una progressione inarrestabile verso Lui, implorando con audacia l’umiltà e la custodia del cuore per inoltrarsi, deciso, nei sentieri della Parola letta, meditata, ascoltata, praticata. Attendere compiendo, con perseveranza e santa ostinazione, la lotta al male antico, confidare nell’aiuto di Dio e combattere tenacemente per spuntare le armi pungenti dell’orgoglio, per togliere dalla strada dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita (cf Lc 21,34) che impediscono di mettersi in ascolto; riconoscere e acettare la natura debole, malferma del cuore, le sue tante ferite, le cadute ma attendere e continuare, con tenacia, la ricerca del suo volto, della sua volontà, della sua Parola performativa. E l’Avvento, parabola di un cuore vigilante, ridesta la coscienza di un ascolto perseverante, messo al primo posto, radicale e radicato, deciso, determinato, eco della resilienza della “casa fondata sulla roccia”, un ascolto atto a divenire vita, carne, un ascolto chiamato a “fare la Parola” divenendo Parola. Un ascolto assiduo, caparbio, ricordo vivo di un amore ricevuto, un ascolto che lega il cuore alla Parola, rifonda continuamente la fede, si traduce in ripetuti tentativi di riportare la vita di Cristo nella quotidianità e di leggere in Lui e alla luce della sua Parola ogni evento. Così l’Avvento diviene il tempo nel quale anche per me, per te, per ogni cuore che ascolta, la Parola vive la sua preparazione-gestazione. In questo ascolto: silenzio-deserto, Lui rinnova il cuore, cambia la vita, rivela il suo progetto, si incarna. Allora l’Avvento non è più solo un tempo liturgico ma diviene metafora della vita dell’orante, di quel cuore che, sedotto dall’amore incommensurabile di Dio, si lascia scegliere da Lui e a Lui si affida per compiere ogni giorno il gioioso, fiducioso ma anche coraggioso dono totale, silenzioso e nascosto di sè, percorre la via privilegiata dell’amore oblativo per ascoltare, custodire, vivere la Parola riempiendo ogni giorno le attese e le veglie del desiderio dell’incontro con l’Amato. Che fare dunque ? Vigilare, stare attenti a se stessi, avere cura di se stessi, avere cura di quella che è la nostra vera identità, il nostro essere umani, osservare la realtà nella quale siamo immersi, abitare la vita reale del nostro tempo con l’ unico motivo di amare Dio e ascoltarlo. Amarlo quindi ascoltarlo, ascoltarlo perché lo si ama.
Un ascolto che coinvolge tutta la persona nella sua totalità. Un ascolto sincero, perseverante e fedele, che va in profondità dentro gli eventi per comprendere come e dove va la storia guidata da Dio (cf. Lc 21,29-33). Un ascolto non con il capo chino ma con la testa sollevata, con la postura dell’uomo in cammino, in piedi, sorretto dalla speranza, proteso verso il Signore veniente. Un ascolto orante, pieno del desiderio dell’incontro con chi si ama e dal quale si sa di essere amati. Un ascolto con la postura della sentinella che, sveglia, attenta, sobria scruta l’orizzonte per essere pronta a gridare alla città che il Signore viene, sta per giungere, sta per manifestarsi nella gloria. Niente di ciò che si è e di ciò che si ha rimane estraneo a questa attesa ostinata …tutto è coinvolto, tutto è trasformato in Colui che viene e così ancora si incarna. Attendere «con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze» (cfr. Dt 6,4-5) …ostinatamente.
Laura Mancinelli
Pubblicato alle 23:46h, 12 DicembreSplendido… Non si possono ne’si devono aggiungere parole… basta iniziare il cammino e continuare a camminare sulle vie di Dio!
Sr Maria Laura fdm