Stare con il Signore

 

Decidere di stare con il Signore … vivere con Lui: questo l’opzione della nostra vita declinata in un carisma che pone al centro l’ascolto orante di Dio nella Parola e nella vita. Decidersi per Dio perché infuocate interiormente dal desiderio di Lui e Lui solo. Ma quale illusione più paradossale per una donna, credere di aver lasciato ogni cosa, di aver preferito Cristo a tutto e tutti, di aver intrapreso la via del nascondimento solo perché ha varcato la soglia del monastero e ha intrapreso la vita monastica. Quale idealizzazione stereotipata e inautentica…. Dove ti nascondesti?…. Sussurra il cantore dell’Amore, (S. Giovanni della croce nel “Cantico Spirituale”) professando in versi l’urlo appassionato di anime che cercano, “perdute”, il volto dell’Amore e si ritrovano sedotte nel deserto  e nella nudità di una vita concreta frastagliata da limiti e incompiutezze.  Dove ti nascondesti? Così si rinnova l’esperienza dell’amore totalizzante di Dio che ancora oggi chiama ad una alleanza d’amore senza condizioni, che pone alla sequela in un’ottica di essenzialità nel travaglio generativo della fede, nei gorgoglii rigeneranti della speranza, nel fecondo, silente e diuturno seminare della carità.

Stare con il Signore: una decisione concreta, presa oggi, con i piedi ben piantati in terra nell’intuizione di una svolta sostanziale da vivere tutta nel silenzio cercando nuove narrazioni dell’umano.  Stare con il Signore: la sfida continua di intessere legami carichi di senso, relazioni radicate nel Vangelo.  Stare con Dio: scegliere consapevolmente l’eloquenza della debolezza, scendere dentro di sé, con intelligenza, senza ripiegamenti o involuzioni… aperte alla grazia e perché no, con quel sano umorismo che sa far ridere di sé, della propria goffaggine, della propria inadeguatezza.  Stare con Dio, coscienti di essere anonime per il mondo ma desiderose e pronte ad esporci per amore di colui dal quale ci sappiamo amate. Stare con Lui e sussurrare dai margini della nostra fragile storia personale la Parola potente che profondamente ci mischia e coinvolge nella vicenda umana di ogni fratello. Stare con il Signore e nutrire con la consegna totale e incessante di sé l’anelito profondo di lasciarsi plasmare, modellare, lavorare da Lui e così fecondare con la sensibilità dell’ascolto, dello sguardo, delle mani quella femminilità che ci rende nella e per la Chiesa ancora e sempre madri, come samaritane … forse senza una voce pubblica ma profondamente eloquenti perché segnate dal grido interiore della ricerca di Dio, forti di un silenzio che ascolta, accoglie si lascia trasformare dalla potenza del Vangelo.

 

 

Come samaritane

Veniamo al pozzo del cuore.

Qui l’ora è assolata e deserta.

È forte l’arsura e grande il desiderio di una fonte inestinguibile per sempre.

Ma non sempre sappiamo di poterti trovare lì, seduto ai bordi della nostra miseria;

non sempre ti riconosciamo poggiato ai margini della nostra infedeltà ad attendere il nostro ritorno.

Spesso confondiamo la tua sete con l’ennesima fatica da affrontare…

Non ci accorgiamo che mentre ci chiedi da bere, vuoi farci dono della tua acqua zampillante per una vita che non finisce.

Non comprendiamo che mentre soffriamo la vergogna della nostra pochezza,

tu ti fai forestiero mendicante di quel sorso d’acqua che può offrirti il nostro povero amore.  

Tu sei qui, senza secchio per attingere dal pozzo perché vuoi da noi l’acqua;

tu non forzi, tu chiedi, tu attendi che ti riconosciamo.

Ti fai porre molte domande… Come mai tu che sei Giudeo chiedi a me dell’acqua che sono samaritana? Come mai a noi chiedi la nostra poca acqua….

Come mai sei proprio qui, alla soglia del nostro cuore per chiederci di condividere la tua sete?

A noi che cadiamo, che siamo capaci di rinnegarti, che abbiamo il cuore ancora avviluppato da tanti legami….?

È il mistero  del tuo amore  dilatato  oltre i confini della nostra comprensione, del nostro stato, del nostro limite… del nostro peccato! 

Non t’importa la nostra sporcizia, tu vai ben oltre, tu non solo dimentichi, tu cancelli…  “Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento” (Sap 12, 23).

Tu ci convochi ogni momento al pozzo della misericordia … “Su venite discutiamo”, dici in un altro passo della Scrittura, e ancora: “anche se i vostri peccati fossero rossi come scarlatto, diventeranno bianchi come neve”….. (Is 1,18).  

Tu aspetti…. Chiedi il  nostro niente per restituire il tuo Tutto….

Tu sveli la nostra realtà a noi stessi senza condanna e ci inviti ad un nuovo cammino tracciato da te che sei Via,

un nuovo modo di amare adorando in Spirito e Verità,

un nuovo modo di vivere : in te che sei la Vita.

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