silenzio

Dentro il Silenzio
Dal nostro monastero non è percettibile il fruscio della carta dei regali freneticamente confezionati nei tanti negozi allestiti a festa, né giunge il luccichio delle luminarie natalizie installate nelle strade affollate di gente…. Domina, invece, il silenzio, che esalta i suoni della natura, scandisce il ritmo orante delle nostre giornate, cinge di senso il nostro essere qui, così come gli eventi, le situazioni, le circostanze. È il silenzio essenziale e costitutivo della nostra identità monastica, gioioso habitus del lungo avvento che è la nostra vita, sovrano, in questo tempo di attesa del Natale. Silenzio, vigilia di un incontro, che rende il cuore attento e invita al “sonno” le potenze dell’io; silenzio da “speleologi dell’anima”, di cercatori, di cuori anelanti un Oltre difficilmente percepibile nel caos e nelle dis-trazioni. Un silenzio che nutre la fame di Dio, della sua Misericordia, del suo Amore. Un silenzio adorante, genuflesso davanti al volto di carne di Dio ancora oggi desideroso di porre la sua tenda fra gli uomini; di non considerare un tesoro geloso il suo essere Dio e per amore adagiarsi, ancora, Bambino sulla greppia di tanti cuori umidi, bagnati dalle lacrime di quella solitudine inferta dal non amore. Come culla che accoglie l’Infinito, il silenzio cercato, custodito, amato, dispone il cuore al mistero dell’Incarnazione, punta lo sguardo della fede su questa umanità umilmente assunta per un amore indefinibile, su questa piccolezza, su questa inermità, su questa fragilità …. carne e ossa di Dio fatto uomo per me, cardine della nostra salvezza: «Caro salutis est cardo». (Tertulliano), epifania delle viscere di misericordia di Dio, spazio aperto alla libertà dell’uomo ma fascino, forza, seduzione di un amore che «soavemente ferisce e innamora».( S Giovanni della Croce) Nel silenzio risuona la Parola : “Chi vede me vede il Padre” … Come un sentiero che parte dal basso, l’umanità di Gesù è trasparenza di Dio, visibilità del Padre, scandalo per i nostri bisogni di affermazione più o meno camuffati e perciò via della piccolezza e dell’umiltà, impronta per la sequela, possibilità di potenziare la nostra umanità fino alla piena statura di Cristo. Alla scuola del Bambino-Dio, noi impariamo a vivere da “figlio di Dio” per “nascere all’immensità della vita di Cristo”. Questo è il “cammino aperto a tutti noi, a tutta l’umanità”.
« [… ].Egli vuole che si passi attraverso questa sacratissima umanità di Cristo, in cui Sua Maestà disse di compiacersi. Ne ho fatta l’esperienza moltissime volte, me lo ha detto il Signore; ho visto chiaramente che dobbiamo entrare da questa porta, se vogliamo che la divina Maestà ci riveli i suoi grandi segreti ». (S Teresa D’Avila)
Dal silenzio scaturisce la crescente consapevolezza che il Natale può solo essere sfiorato dal sentimentalismo delle luci colorate o degli scoppiettii dei camini davanti ai quali sgranocchiare familiarmente il torrone…. Dal silenzio di quella notte nasce il Verbo che, attraverso i deboli segni del presepio, interpella personalmente i cuori pronunciando il suo primo “seguimi”, chiamando con la disarmante debolezza di un bimbo a vivere un’esistenza unita a Dio, a partecipare delle disposizioni fondamentali del suo, ad amare di un amore come il suo, oblativo, totalmente, fiduciosamente, completamente rimesso nelle mani del Padre. E il Silenzio diviene spazio sacro, comincia dallo stupore dello sguardo puntato al presepe e penetra nella Parola ascoltata, amata, ruminata, custodita, portata sulla breccia come scudo, corazza, elmo…. Luce, Via, Porta…. Verbo del Padre.
……….
“Mi dicevi allora: Obsculta fili…E ti fermavi sull’invito iniziale dell’antica regola per non farmi perdere nemmeno una sfumatura di quel verbo che doveva presiedere ogni rapporto con uomini e cose, senza mai considerare definitivo l’ultimo ascolto.
Tutto doveva essere ascoltato. Una parola inesauribile richiede un ascolto incessante; e la parola era dappertutto, penetrava ovunque: nell’avvenimento, con la rapidità folgorante del lampo, nella tessitura dei gesti quotidiani, violenta come terremoto o suadente come brezza. La sua sorgente scaturiva dal libro che custodivamo sull’altare romanico, vegliato dalla lampada di terracotta, sotto il grande Cristo ligneo…La parola che copre tutto, che è in tutto, mi dicevi, viene a noi spezzata come in tanti bocconi di pane. Nessuno può sottrarsi alla parola; puoi essere roccia, puoi respingerla infinite volte, ma il vento riuscirà sempre ad accumulare nelle fessure il terriccio sufficiente a farla germogliare…Ogni uomo, mi dicevi, è la parola che si è fatta carne; il vero significato della vita è prendere coscienza di questo mistero che ciascuno porta di dentro…E mi parlavi dell’ascolto degli uomini come d’un sacramento che non era stato istituito solo perché era già stato conferito, prima di Cristo, a tutti, e per tutte le epoche” (don LUISITO BIANCHI, La Messa dell’uomo disarmato)

5 Commenti
  • Laura Mancinelli
    Pubblicato alle 23:05h, 12 Dicembre Rispondi

    Una splendida e avvincente riflessione che prende gli occhi, cattura l’attenzione del cuore e riempie lo spirito… Nel ns correre, nei ns affanni qs parole risuonano e stanno come prezioso alimento della ns vita presente! Grazie infinite!
    Anche io donna consacrata e sposa del più bello tra i figli dell’Uomo…
    Buon Avvento di Luce e di Pace!
    Sr Maria Laura fdm

  • ida
    Pubblicato alle 15:43h, 13 Dicembre Rispondi

    quanta pace…serenità…bellezza!Grazie.
    Sto vivendo un periodo difficile…grazie per la condivisione di queste riflessioni.
    baci ida

  • Lorenzo spampatti
    Pubblicato alle 16:29h, 14 Dicembre Rispondi

    Ho goduto di questo amore, questa gioia immensa per diversi anni poi la fiamma si è attenuata e soffro. Cerco Cristo ma le risposte non infiammano più il mio cuore. Perché? Ho grandi colpe ma io cerco lo Spirito Santo. So’ che Madre Teresa di Calcutta e’ stata per lungo tempo nella desolazione dello spirito, ma questo non mi consola. Pregate per me. Lorenzo

  • Giacomo
    Pubblicato alle 08:46h, 29 Dicembre Rispondi

    Nel nostro correre e affanno continuo, quotidiano, delle volte non ci accorgiamo che tralasciamo la cosa più importante, e Lui
    è sempre li, che attende un nostro cenno per venire in avanti ed entrare in noi : Vieni Santo Spirito e dimora in me –
    Altro che non sento e non vedo …………. Proviamo ancora, di nuovo a pensare solo un attimo, magari di tanto in tanto, bagniamoci anche, una mano di acqua Santa che non fa mai male ………
    Grazie, Giacomo

  • Mario
    Pubblicato alle 00:04h, 24 Febbraio Rispondi

    Come il cercatore di pepite d’oro …
    Così sono io un cercatore di momenti di silenzio;
    è una ricerca che sgorga di continuo dalle profondità del mio essere.
    È in questi momenti che la distanza con il mio DIO diminuisce fino ad annullarsi; inesprimibili ed indicibili sono le senzioni che a volte provo: sensazioni di una sensazione di abbracciare l’infinito di natura soprannaturale ; sensazioni ad orologeria poichè il procedere del mio essere passa le redini alla regnante ragione ritornando gradualmente senza scossoni alla vita rumorosa … e senza scossoni rimango in attesa di avvicinarmi al silenzio x poter stare vicino al mio amato Dio.
    con affetto mario

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