Preferire Cristo

Attesa

Camminare dietro al Maestro, con i sobbalzi della strada increspata, i tentennamenti del percorso ad ostacoli, i sogni del pellegrinaggio, la fatica della salita, le gioie degli incontri… Incontrare sulla strada speranza, amicizia ma anche dolore, dubbio, limite, fragilità, bisogno, fatica, assuefazione … Potremmo evangelicamente dire: sassi, asfalto, rovi… terreno buono! (cf Mt13,1-23). Tutte “occasioni” entro le quali si realizza per noi l’epifania di un “Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,6). Un anticipo di quell’abbraccio eterno a cui aneliamo. Camminare con i propri doni, le proprie capacità, le proprie competenze… e, al contempo, scoprire in sé nudità, mancanza, vuoto, inconsistenza… Camminare e riconoscere nella piccolezza della nostra vicenda umana, quel vuoto, anzi quel grembo, per far “accadere” Dio. Mancanti, vuote, sole… e per questa ragione “possibili” di Dio, disposte ad entrare in relazione con Lui, a fargli spazio, a sporgerci verso Lui, ad abbandonare i modi di una ricerca ingombrante, spasmodica, autocentrata e imparare pian piano a disfarci del nostro ego. Sentire tutta la nostra miseria, mancare tante occasioni per amare, non sentirsi a posto e… ardere dal desiderio di amare di più, di amare meglio, sentirsi consumate dal bisogno di trovare Colui che il nostro cuore ama dal più profondo della sua natura…. Desiderare l’Amato, cercare sempre il Suo volto, vegliare in attesa, meditare notte e giorno la Parola e… amare con un amore talvolta instabile, incerto, impacciato dalle circostanze, dalla violenza del peccato o dalla precarietà del limite. Questa la nostra avventura monastica! Una vita interamente giocata per imparare a liberare l’amore e dare libero corso al desiderio per l’Amato. Un processo interiore di spoliazione, di purificazione del cuore … «Mi sono tolta la veste; come indossarla di nuovo? Mi sono lavata i piedi; come sporcarli di nuovo?» (Ct 5,3). Una continua ricerca e la convivenza di compunzione del cuore e gioia piena per la Grazia preveniente che sostiene e ama sempre. La lotta, le sofferenze inevitabili e necessarie: malattia d’amore! «Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate l’amato mio che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!» (Ct 5,8). E poi anche la domanda tacita del mondo che talvolta varca la grata e arriva al cuore: «Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro?» (Ct 5,9) Una domanda tentazione e/o pro-vocazione per dare ragione, prima di tutto a noi stesse, del nostro amore, della nostra ricerca, delle rinunce, dello spogliamento dal quale non ci sottraiamo per lasciarci riempire di Lui…; della scelta di perseverare. Una domanda che rimanda a una preferenza di Cristo e per Cristo senza affievolire la consapevolezza della nostra pochezza, dei nostri ripiegamenti, del nostro limite, del nostro stesso peccato. Preferire Cristo: la nostra vocazione; preferire Cristo: la nostra testimonianza; preferire Cristo la nostra missione, il nostro lavoro, il nostro riposo, la nostra preghiera, la nostra offerta …la nostra gioia. Preferire Cristo: so-stare nella lotta e comprendere via via che la forza non è in noi ma in Colui che ci desidera facendosi desiderare come senso totale di tutta la nostra vita… Preferire Cristo e camminare dietro la spinta continua ad abitare l’attesa, a stare davanti a Dio imparando l’ascolto, a incarnare, progressivamente, la consapevolezza di esistere come risposta ad un’Alterità che ci chiama, ci supera ci sorpassa; risposta che si fa ricettività e si lascia plasmare, trasformare, convertire. Così i volti si fanno riflesso del Volto e le cose, la storia, i fatti… la vita diventa, passo passo, un ininterrotto ascolto del profondo, luogo dove Lui dimora in intima vicinanza e assoluta disponibilità anche quando nel cammino avanza l’esperienza del Suo silenzio, della Sua “sottrazione”, della Sua lontananza… Ritorna l’attesa anche se è deserto. E la preghiera, alfabeto che riaccende e trasmettere la speranza, eleva i cuori in una lode sincera a Colui che ci ama per primo e mai cessa  di darsi a noi.

1 Comment
  • annaclelia virgilio
    Pubblicato alle 15:24h, 24 Settembre Rispondi

    Preferire Cristo, la nostra libertà. liberi dalle insensate regole di questa società che in tutti i modi ci devia e ci costringe a seguire una via che spesso non è la nostra. avere la forza di scegliere Cristo comunque, avere la determinazione di andare contro corrente ( questa corrente mondana che ci spinge in tutta corsa verso un traguardo che non è visibile ai nostri occhi, ma che inganna e si fa percepire necessario mentre invece io lo percepisco come un dirupo dietro la curva) . grazie per le vostre riflessioni, che mi inducono sempre più a scegliere Cristo . specialmente adesso che vi ho conosciute, che ho assaporato il silenzio , specialmente adesso che unitamente al cuore di mia figlia ho scelto di aprire a Gesù ,insieme a mio marito, la porta del cuore.

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