Origine dell’Ordine Carmelitano

 

L’Ordine dei Fratelli della B. V. Maria del Monte Carmelo è una famiglia religiosa, composta da uomini e donne
consacrati, che si sviluppa in seno alla Chiesa, partecipando con gli altri membri del Popolo di Dio alla storia della
salvezza. Nella Chiesa ha ricevuto dallo Spirito Santo una missione peculiare che adempie mediante la fedeltà al
proprio carisma, intimamente legato fin dall’origine al mistero di Cristo, e lo vive seguendo i modelli di Maria e di
Elia.

Liberata la Terra Santa da parte dei crociati, in più luoghi si stabilirono degli eremiti; tra di essi, alcuni, spinti
«dall’amore verso la Terra di Gesù, si consacrarono in essa a Colui che l’aveva acquistata con l’effusione del suo
sangue, per servirlo sotto l’abito di religione e di povertà, rimanendo in santa penitenza». «Ad esempio ed imitazione
del solitario e santo uomo, Elia profeta, conducevano vita solitaria sul monte Carmelo presso la fonte detta di Elia».
All’inizio vivevano in condizioni di spontaneità ai margini delle forme strutturate di vita religiosa già esistenti nella
Chiesa. In seguito, su loro richiesta, S. Alberto, patriarca di Gerusalemme, diede loro una “formula di vita” secondo
l’impegno globale che avevano abbracciato, impregnato dallo spirito dei pellegrinaggi alla Terra Santa e ispirato –
nella sua centralità – alla vita della comunità primitiva di Gerusalemme (Regola, capp 10-15; At 2,42-46; 4,32-36).

La “forma di vita” che fu approvata dalla Santa Sede la prima volta nel 1226 e, più tardi, varie altre volte, diventò
gradualmente una regola propriamente detta, specialmente dopo che Innocenzo IV la adattò alle condizioni di vita
dell’Occidente. Tale adattamento fu dato dal papa quando i Carmelitani cominciarono ad emigrare in Occidente per
sfuggire alle persecuzioni degli avversari e manifestarono la volontà di ottenere un genere di vita «in cui, con l’aiuto di
Dio, avessero la gioia di giovare alla salvezza propria e a quella del prossimo». La trasformazione della Regola, fatta
da Innocenzo IV (1247), fece sì che i Carmelitani, pur mantenendo anche il genere di vita «secondo il tenore della
Regola», cioè eremitica, si mettessero al servizio della Chiesa, seguendo l’ideale comune degli Ordini della fraternità
apostolica, conservando tuttavia, come nota caratteristica, la vita di orazione, secondo le prescrizioni della Regola che
ingiunge l’assidua meditazione della legge del Signore e comanda di essere vigilanti nell’orazione e di rivestirsi delle
armi spirituali. Questa nota rifulse nel corso dei secoli, sia fra i religiosi che nella Chiesa, come la prerogativa del
Carmelo, specialmente a motivo dei maestri di vita spirituale che Dio suscitò nell’Ordine. Questa Regola di S. Alberto
contiene, nella sua semplicità, un’unità interna dinamica, costituisce la fonte principale della vita del Carmelo in
quanto Ordine e ne traccia le linee matrici dello spirito. ( Cost. IV, 10-12 )

(Origine e Ispirazione dell’ Ordine Carmelitano)

1 Comment
  • Remo sandri
    Pubblicato alle 19:02h, 21 Dicembre Rispondi

    Molto bello ,non conoscevo la storia

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Ordine Carmelitano

Le origini dell’Ordine Carmelitano  sono da ricercare in Palestina, sul Monte Carmelo,  dove, come ricorda il II Libro dei Re, il grande profeta Elia operò in difesa della purezza della fede nel Dio di Israele, vincendo la sfida con i sacerdoti di Baal e dove lo stesso profeta, pregando in solitudine, vide apparire la nuvola apportatrice di benefica pioggia dopo la secca. Da sempre questo monte è stato considerato il giardino verdeggiante della Palestina e simbolo di fertilità e bellezza. “Karmel” infatti significa “giardino”. Nel secolo XII (forse dopo la terza crociata, 1189-1191) alcuni penitenti-pellegrini, provenienti dall’Europa, si raccolsero insieme presso la “fonte di Elia”, in una delle strette vallate del Monte Carmelo, per vivere in forma eremitica e nella imitazione del profeta Elia la loro vita cristiana, nella terra stessa del Signore Gesù Cristo. Allora e dopo i Carmelitani non riconobbero a nessuno in particolare il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello di Elia legato al Carmelo da episodi biblici e dalla tradizione patristica greca e latina, che vedeva nel profeta uno dei fondatori della vita monastica.

Costruitasi una chiesetta in mezzo alle celle, la dedicarono a Maria, Madre di Gesù, sviluppando il senso di appartenenza alla Madonna come a Signora del luogo e a Patrona, e ne presero il nome, “Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo”. Il Carmelo è così profondamente legato ad Elia e a Maria. Dal profeta ha ereditato la passione ardente per il Dio vivo e vero e il desiderio di interiorizzarne la Parola nel cuore per testimoniarne la presenza nel mondo; con Maria, la Vergine Purissima Madre di Dio, si impegna a vivere “nell’ossequio di Gesù Cristo” con gli stessi sentimenti di intimità e profondità di legame che furono quelli di Maria. Questo gruppo di eremiti laici per avere una certa stabilità giuridica si rivolse al Patriarca di Gerusalemme, Alberto Avogadro (1150-1214), risiedente allora a San Giovanni d’Acri, nei pressi del Monte Carmelo. Questi scrisse per loro una norma di vita, tra il 1206-1214. Successive approvazioni di questa norma di vita da parte di vari papi aiutarono il processo di trasformazione del gruppo verso un Ordine Religioso, fatto che avvenne con l’approvazione definitiva di tale testo come Regola da Innocenzo IV nel 1247.

un cuore sfondato dall'amore

L’Ordine del Carmelo fu così inserito nella corrente degli Ordini Mendicanti. Tuttavia verso il 1235 i Carmelitani dovettero in parte abbandonare il luogo d’origine, a causa delle incursioni e persecuzioni dei saraceni che stavano riconquistando la Terra Santa, riprendendola ai crociati. Ritornarono per lo più ai paesi di origine in Europa. Ben presto si moltiplicarono e fiorirono nella scienza e nella santità. Col tempo si affiancarono ai frati alcune donne, trasformandosi nel 1452 in monache viventi in proprie comunità. Nei secoli XV-XVI ci fu un rilassamento in diverse comunità, combattuto dall’opera di Priori Generali quali il Beato Giovanni Soreth (+1471), Nicola Audet (+1562) e Giovanni Battista Rossi (+1578) e di alcune riforme (tra cui quelli di Mantova e Monte Oliveti in Italia e di Albi in Francia) per porre freno al dilagare degli abusi e delle mitigazioni. La più nota è certo quella promossa in Spagna da Santa Teresa di Gesù per la riforma tra le monache e poi quella dei frati, coadiuvata da San Giovanni della Croce e da Padre Gerolamo Gracián. L’aspetto più rilevante di questa azione di Teresa è non tanto l’aver combattuto le mitigazioni introdotte nella vita del Carmelo, quanto piuttosto l’aver integrato nel suo progetto elementi vitali ed ecclesiali della sua epoca. Nel 1592 questa riforma, detta dei “Carmelitani Scalzi” o “Teresiani” si rese indipendente dall’Ordine Carmelitano ed ebbe grande sviluppo nelle due congregazioni di Spagna e di Italia, riunite poi nel 1875. Si hanno così due Ordini del Carmelo: quello dei “Carmelitani”, detti anche dell'”Antica Osservanza” o “Calzati”, e quello dei “Carmelitani Scalzi” o “Teresiani”, che considerano Santa Teresa di Gesù come loro riformatrice e fondatrice.

Malgrado questa divisione, nei secoli successivi l’Ordine Carmelitano continuò nel suo cammino spirituale. Numerosi religiosi e religiose illustri hanno animato il Carmelo con la loro spiritualità e con il loro genio. Grande sviluppo si ebbe anche tra i laici con l’istituzione del Terz’Ordine Carmelitano e delle Confraternite dello Scapolare del Carmine in varie parti del mondo. Nei secoli XVII e XVIII si sparse un po’ dovunque il movimento della più stretta osservanza con la Riforma di Touraine in Francia, e con quelle di Monte Santo, Santa Maria della Vita, Piemonte, e Santa Maria della Scala in Italia. All’alba della Rivoluzione Francese l’Ordine Carmelitano era ormai stabilito in tutto il mondo con 54 Province e 13,000 religiosi. Ma con le conseguenze della Rivoluzione Francese e delle soppressioni in varie parti del mondo l’Ordine Carmelitano subì gravi danni, così che alla fine del XIX secolo fu ridotto a 8 Province e 727 religiosi. Eppure furono questi pochi religiosi che durante il XX secolo, con determinazione e coraggio, hanno ristabilito l’Ordine in quei paesi dove erano presenti prima, e hanno anche impiantato l’Ordine Carmelitano in nuovi continenti. A partire dal Concilio Vaticano II, gli appartenenti all’ordine carmelitano hanno riflettuto a lungo sulla propria identità, sul loro carisma, su ciò che è alla base e costituisce il loro progetto di vita, cioè “vivere nell’ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a lui con cuore puro e con buona coscienza” (Regola). Essi hanno trovato il loro ossequio a Cristo impegnandosi nella ricerca del volto del Dio vivente (dimensione contemplativa), come le monache di vita contemplativa, nella fraternità e nel servizio (diaconia) in mezzo al popolo, come i frati e le suore. Questi aspetti possono essere visti realizzati nella vita del Profeta Elia e della beata Vergine Maria, i quali sono stati guidati dallo Spirito di Dio. Guardando a Maria ed Elia, ogni carmelitano può comprendere, interiorizzare, vivere e annunciare la verità che rende l’uomo libero.

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