La preghiera

La preghiera

Perché pregare? È la spinta di un desiderio: il desiderio di trovare, incontrare, sostare nell’amore, sostare in Dio. “Trascinate” dentro una vita di totale consegna all’Unico, la preghiera diventa per noi come il pane. La preghiera nutre, lo spazio quotidiano di contemplazione, di raccoglimento, d’incontro col mistero… è linfa per le nostre giornate.
Non sono i sentimenti a spingere verso la preghiera. Può capitare, anzi, di sentirsi stanche, di non provare gusto, di sentire vuoto e aridità. Rimane tuttavia il desiderio di pienezza che nulla può, ormai, appagare. È una questione di fede, di cammino nella fede… “A pregare si impara pregando” suggerisce Teresa d’Avila..
Siamo tornate altre volte sull’argomento della preghiera ma ancora vogliamo inoltrarci in questo sentiero per condividere l’esperienza di crescita in cui, per Grazia, quotidianamente siamo coinvolte; per raccontare le fatiche, le asperità e le gioie del cammino… per testimoniare la fedeltà di un Dio che sempre ci attrae e che, se noi impariamo a lasciarlo fare, sempre porta a compimento l’opera che ha iniziato.
Partiamo dalla consapevolezza che la preghiera è un’opera della fede e naviga nel mare della fiducia in Dio perciò sempre si può sperare di trovarlo.
“…E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro”. (Gv 1, 37-39)
Che cosa cerchi? Qual è il tuo desiderio? Così, ci troviamo sulle sue tracce provando a rispondere interiormente a questa domanda, Cosa desideriamo? Chi cerchiamo? Valicando ogni forma di chiusura che vorrebbe stringerci come in una morsa, andiamo dove Lui sta, per dimorare, rimanere, abitare, essere a casa. Dove abiti?», o meglio, «Dove rimani?». Questa la domanda: Dov’è il nostro “dove”? Dove troviamo saldezza e stabilità? Gesù rimane nel Padre, nella sua parola, nel suo amore. Il «dove» di Gesù è l’amore trinitario. In questa dinamica d’amore si situa anche il nostro incontro con Lui. Dentro questo circuito, il cammino della preghiera si configura come strada per conoscere e vivere nell’amore.

L’amore è cercato dal desiderio. Dice Guillerand: “Dio è braciere d’amore; la preghiera ci avvicina a Lui; avvicinandoci, Lui ci Infiamma. Il fuoco ardente comunica la sua forma. La preghiera ne dipende,. L’anima si eleva sotto l’azione di questo fuoco che è soffio, spirito che spiritualizza e trasporta”.

Spesso la preghiera propone cammini faticosi, impervi, pieni di contraddizioni, ma, il desiderio ci spinge e cechiamo, seguiamo, conosciamo…rimaniamo. La fede diviene così esperienza dell’inabitazione del Signore.

A proposito così scrive Sant’Agostino:

“Mi faceva urlare il gemito del mio cuore (cfr. Sal 37, 9). C`è un gemito segreto del cuore che non è avvertito da alcuno. Ma se il tormento di un desiderio afferra il cuore in modo che la sofferenza intima venga espressa e udita, allora ci si domanda quale ne sia la causa. Chi ascolta dice fra sé: Forse geme per questo, forse gli è accaduto quest`altro. Ma chi lo può capire se non colui ai cui occhi, alle cui orecchie si leva il gemito? I gemiti, che gli uomini odono se qualcuno geme, sono per lo più i gemiti del corpo, ma non è percepito il gemito del cuore. Chi dunque capiva perché urlava? Aggiunge: Ogni mio desiderio sta davanti a te (cfr. Sal 37, 10). Non davanti agli uomini che non possono percepire il cuore, ma davanti a te sta ogni mio desiderio. Se il tuo desiderio è davanti a lui, il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L`Apostolo infatti non a caso afferma: «Pregate incessantemente» (1 Ts 5, 17). S`intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v`è un`altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: «Per il dilagare dell`iniquità, l`amore di molti si raffredderà» (Mt 24, 12). La freddezza dell`amore è il silenzio del cuore, l`ardore dell`amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l`amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.«E davanti a te sta ogni mio desiderio» (Sal 37, 10). Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti a Lui anche il gemito che è la voce del desiderio? Perciò egli continua: «E il mio gemito a te non è nascosto» (Sal 37, 10), ma lo è a molti uomini. Talora l`umile servo di Dio sembra dire: «E il mio gemito a te non è nascosto»; ma talora pare anche che egli rida: forse che allora quel desiderio è morto nel suo cuore? Se c`è il desiderio, c`è pure il gemito: questo non sempre arriva alle orecchie degli uomini, ma non cessa di giungere alle orecchie di Dio. Dal «Commento sui salmi» di sant`Agostino, vescovo (Sal 37, 13-14; CCL 38, 391-392)

Così, il nostro vivere diviene “zona franca”, sottratta ai rumori del mondo, porto silenzioso da cui prendere il largo per cercare l’Oltre… misura della fede. Certo, conosciamo la fatica del silenzio, conosciamo i grovigli apparentemente senza bandolo da cui non sappiamo spesso dipanarci, sperimentiamo il buio e constatiamo il nostro niente ma rimane il desiderio.
Ancora potremmo dire con Péguy, facendo parlare Dio: «Chiedendoti di desiderarmi, ti chiedo di desiderare l’impossibile. Se non desideri l’impossibile ti indurirai. Applica questo all’orazione e vedrai che ciò che ti dico è assolutamente consolante perché basta desiderare, il che però è anche molto gravoso perché desiderare il cielo ti sfiancherà. Sappi semplicemente che, se lo supplichi, lo Spirito Santo renderà efficace il tuo desiderio di orazione».
In queste difficoltà, il cammino è sostenuto dal nostro impegno ad abitare il silenzio, con umiltà; dall’apertura al mistero della volontà di Dio che si esprime nel qui e ora del quotidiano; dalla nostra disponibilità al cambiamento; dalla disciplina nel proseguire il cammino e mantenere la direzione con fiducia, con pazienza, con perseveranza, con gioia…. e dalla comunità che, nel suo anelito di comunione, sempre porta verso Lui.

«Come incenso salga a te la mia preghiera». (Sal 141,2)

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