il tempo del cenacolo

Il tempo del cenacolo

Volevo fermare il pensiero sulla dimensione carismatica della vita carmelitana e mi ritrovo catapultata, spinta dallo sguardo del cuore, su frammenti di vita quotidiana nei quali osservo sorelle innamorate di Gesù, infiammate dall’unica brama del Suo volto, innestate nell’esercizio continuo di un cuore attento, vigilante, raccolto, purificato, animate dal desiderio apostolico di salvezza nella dimensione oblativa dell’offerta. Persone, la cui vita, tutta intera, pur passando per la valle della incompiutezza e del limite, narra il ricordo continuo di Dio, la certezza del suo amore, la gioia del suo perdono. Persone da cui traspare il fascino di un’intimità, di un rapporto Cuore a cuore con la sua Parola, di una tensione verso l’Unico, desiderato, cercato, amato come tale. Persone la cui vita accoglie, custodisce, approfondisce e sviluppa un dono dello Spirito consegnato da una regola e da una tradizione di secoli divenute nel tempo “sfaccettatura integrata” nel corpo della Chiesa, attratta verso il centro, verso Cristo. La vita di queste sorelle è parola viva, affascinante, trainante, carismatica, contiene in sè l’eloquenza di un esperienza personale ma autentica dell’idea originaria dei primi eremiti sul monte Carmelo, ossia vivere la vita in ossequio di Gesù Cristo e ardere di zelo per Il Signore alla cui presenza vivono, si muovono, esistono.
Colgo, nel tratto esigente e semplice delle relazioni interpersonali, come nel rigore pedagogico del ritmo della preghiera liturgica o nella ricerca e custodia di un clima di silenzio e ascolto, una realtà viva, dinamica che cerca concretamente di mantenersi fedele alla propria identità carismatica, e allo stesso tempo, di lasciarsi interpellare dallo schizzo della nuova bozza che la comunità va ridisegnando per l’inserimento di nuove sorelle e di giovani in formazione ma soprattutto perchè protesa nell’ ascolto della voce della chiesa e dei tempi che la rendono foriera, nello Spirito Santo, di sviluppi e capacità imprevedibili.
Ogni giorno osservo, e anche io gradualmente assumo, il dinamismo di un ricominciare e ripartire nel processo di una fede incarnata secondo la specifica chiamata alla vita integralemente contemplativa, intravedo, nei passi cauti ma decisi di chi guida, l’impegno di un sostegno vicendevole per un apprendimento umile a lasciarci condurre e ricondurre dallo Spirito al vangelo e divenire, pian piano, piccoli verbi del Verbo.
Guardo alle sorelle che hanno già da tempo intrapreso il cammino, che hanno avuto impresso dallo Spirito un solco nell’anima e sanno “narrare” , “trasmettere” a noi generazione successiva, l’esperienza fondante della vita monastica carmelitana immettendoci così nello stesso cammino di vita. Osservo e mi accorgo che avviene quello che il Salmo enuncia per quanto Dio ha operato: “Di generazioni in generazione si raccontano le tue opere, si annunciano le tue meraviglie” (145,4).
Con il suo volto squsitamente umano e quindi anche debole, fragile, povero, la mia comunità, senza troppe parole, ricerca, alimenta, promuove una vita spirituale profonda, un cammino di configurazione a Cristo nello stile dei padri del monte Carmelo, un percorso di santità personale e comunitaria, un’esperienza di unione, sempre più intima e vera, con Gesù, unione rinsaldata dal bacio della Parola, manifestata dalle cromature dell’offerta, custodita dalla costanza della preghiera, sviluppata dal dono di sè, un’unione che nello spirito del Carmelo, partecipi, come in un rinnovato tempo del Cenacolo alla vita della Chiesa e al rinnovamento del mondo.

1 Comment
  • Luigi D'apice
    Pubblicato alle 06:43h, 15 Ottobre Rispondi

    Buon giorno, bello svegliarsi e leggervi.
    Cercatore del volto di Dio (Gesù), così mi piace definirmi, e sempre quando vi leggo, quando vi penso o immagino di essere in comunione di preghiera con voi mi resta più facile intravedere i lineamenti di questo volto. “Il tuo volto io cerco, Signore”
    Il vostro pensiero:”lasciarsi condurre e ricondurre dallo Spirito al Vangelo e divenire, pian piano, piccoli verbi del Verbo”. di un’ immensa profondità e bellezza.
    Vi chiedo di ricordarmi nella preghiera.
    Grazie di cuore,
    Luigi

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