Ecco la vita

Ecco la vita

Ci sono momenti di quiete dedicati alla preghiera, alla riflessione, alla meditazione. Momenti dove rullano nella mente gli avvenimenti, gli incontri, le persone che entrano nella vita … La gratitudine sgorga dal cuore e, con essa, l’offerta al Signore e la preghiera perchè nulla vada sprecato. Scorrono i cumuli di esperienze attraverso le quali passiamo e il tempo, ora percepito come fermo ora come inesorabile, si carica di significato da valutare alla luce della fede nella Sua Parola e provando a guardare Maria che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,20).
Sono spazi sacri di riflessione che rendono l’impegno della risposta alla chiamata più consapevole e responsabile, spazi che vincono sull’amarezza delle incomprensioni o sui rischi della solitudine per portare il cuore alle radici della vita, per guardare le difficoltà con maggiore lucidità spirituale, per garantirsi la stabilità nella ricerca e adesione alla volontà di Dio, esplorare le profondità della nostra persona tutta redenta del mistero pasquale di Cristo.
Gli orizzonti prossimi possono rimanere annebbiati ma la prospettiva della vita in Lui, per sempre, sempre, sempre, si inoltra prepotentemente nel desiderio, nel senso della preghiera, dell’incontro adorante con l’Eucaristia, del silenzio come paradigma per l’immersione nello sguardo amante di Gesù sulla vita.
Il pensiero si fissa allora, prima di ogni cosa sul rapporto con Lui e con la Sua Parola, sulla “verità” della meditazione, riflessione, adorazione, non come isolamento dal mondo, dalla Chiesa, dai molteplici bisogni ma per essere “contenitori vuoti, vasi disponibili” per versare sul mondo il profumo di Cristo e portare a Lui le ceste piene delle lacrime umane.
Al centro sta Gesù Eucaristico a nutrire atteggiamenti di gratuità, di lode come di offerta, di sacrificio, di contrizione, di oblazione. Al centro sta Gesù Parola, a dare luce, a cui chiedere l’occhio penetrante che filtra oltre la scena dell’oggi e cerca il Suo Volto, il suo volere, il suo disegno, a cui domandare l’orecchio aperto e percepire qualcosa della festa eterna e della voce del Padre.
In questa esperienza spiritualmente concreta, emergono e si configurano come contenuti significativi: la percezione della precarietà delle relazioni, delle cose, delle cosiddette sicurezze divelte dall’amoroso ma insondabile disegno di Dio; la percezione della presenza di Colui che è pienezza e non è mai assente e lontano là dove c’è qualcosa che veramente esiste; la percezione, della volontà del Padre come guida assoluta della vita; la percezione della croce come vittoria sul male che è in noi e fuori di noi.
Ecco la vita: obbedienza e attesa, fede, speranza ed Eucaristia, fiducia in una comunità di sorelle che sostiene, anelito ad una vita vissuta come Dono e impegno, come Grazia e responsabilità personale oltre le insicurezze, i rischi, le contraddizioni della libertà umana, un tentativo umile e grato di rispondere all’amore infinito del Padre.

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