Alla Presenza dell’Atteso

Alla Presenza dell’Atteso
Così pregava Newman: «Ho bisogno che Tu m’istruisca, giorno per giorno, su ciò che è l’esigenza e la necessità di ogni giorno. Concedimi, o Signore, la chiarezza della coscienza, la quale sola può sentire e comprendere la Tua ispirazione. I miei orecchi sono sordi; non so percepire la Tua voce. I miei occhi sono offuscati; non so vedere i Tuoi segni. Tu solo puoi affinare il mio orecchio, acuire il mio sguardo e purificare e rinnovare il mio cuore. Insegnami a star seduto ai Tuoi piedi e a prestar ascolto alla Tua parola. Amen».
La tensione del cuore verso Dio, l’impegno a camminare giorno dopo giorno con l’orecchio teso e l’occhio limpido per riconoscere la voce e i segni della Sua Presenza, il viaggio interiore per rendere sempre più integra e chiara la propria coscienza sono tratti essenziali della nostra vita monastica, paradigma su cui decliniamo, non senza errori, il nostro quotidiano e in esso la nostra risposta alla chiamata del Signore, lineamenti del volto di Cristo che ogni giorno cerchiamo di marcare nella nostra esistenza, invocazione incessante di tutto il nostro essere perchè impari a dimorare nella sua Parola, a sintonizzare il cuore sulle Sue frequenze, a fissare la mente su di Lui. In altre parole, il nostro tempo si realizza in un movimento dinamico che ci vede attente a noi stesse per essere attente a Dio. Attenzione che spesso diviene lotta contro i pensieri che dis-traggono e che ci allontanano dal nosrto centro, attenzione che è impegno a custodire il cuore, silenzio ininterrotto del cuore, di ogni pensiero che non sia innestato nel Suo amore. Santa Teresa d’Avila diceva che “Dio parla al cuore, quando è il cuore che prega. Quando si prega, l’importante non è pensare molto, ma amare molto”. Così l’impegno di un cuore attento non è rigore ascetico fine a se stesso ma attesa dell’Amato, desiderio del Suo Volto, bisogno di conversione del cuore verso il Suo cuore. Il cammino di purificazione che ne consegue e che inevitabilemente opera uno spogliamento dell’io, porta, pian piano, a sentirsi come calate nell’ogetto del nostro desiderio, in Dio e ,via via, assunte in Lui. Anzi più siamo attente, raccolte in Dio, più ci accorgiamo che è proprio ciò su cui fissiamo il desiderio, l’attesa, l’amore che ci fa vivere. Siamo immerse nell’incompiutezza della nostra creaturalità, ne facciamo costantemente esperienza e ne avvertiamo le conseguenza ma progressivamente maturiamo e sperimentiamo quanto san Paolo scriveva ai Galati:«Non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Galati 2,20). L’attenzione rende presente l’Atteso, il Desiderato. Con l’aiuto della Grazia e il sostegno reciproco, ciascuna cerca di essere assidua frequentatirce della propria cella interiore affinchè nel dinamismo di un costante esercizio di raccoglimento della mente nel cuore possiamo crescere nell’unificazione di tutto il nostro essere e aprirci gradualmente alla comunione con Dio.
E’ molto consolante ed edificante riconoscere in alcune sorelle questo fuoco segreto frutto di una lunga consuetudine alla preghiera, vederle restare incessantemente sospese al ricordo di Dio, attente alla Sua Presenza, al Suo passaggio, alla Sua Parola in un unico vortice di respiro, raccoglimento, preghiera, lavoro, scambio fraterno. Da loro e con loro impariamo a riconsocere le direzioni del nostro vivere, quando tendiamo ad andare verso l’esterno, verso la superficie delle cose o viceversa come andare verso l’interno, in profondità. Con il loro aiuto e il loro esempio comprendiamo che possiamo costruire e dare basi solide alla nostra interiorità se acquisiamo, pian piano, un cuore sempre disposto ad ascoltare il Signore e pronto a parlargli. Da loro riceviamo il frutto migliore della loro vita: la loro unione con Dio, un frutto lungamente maturato nel loro cuore sotto l’azione dello Spirito, un frutto che, nonostante la fragilità della loro condizione umana, è per tutte noi conca di linfa divina, spinta a continuare il cammino anche nei momenti più faticosi, solco sicuro, già tracciato su cui affondare i passi per camminare verso Lui.
S Giovanni Crisostomo dice: ” non separate il vostro cuore da Dio ma perseverate e custoditelo sempre con il ricordo del Signore nostro Gesù Cristo finchè il Nome del Signore si sia radicato nel cuore e non rifletta su nient’altro; e così sia magnificato Cristo in voi”.

3 Commenti
  • Marta
    Pubblicato alle 13:11h, 19 Ottobre Rispondi

    Grazie per queste vostre parole che ossigenano animata e mente. Grazie perché date senso alla vita. E anche se non vivo la vostra forma, so che posso trovare Dio anche neĺla mia vita. Grazie a voi.

  • Monica
    Pubblicato alle 14:38h, 19 Ottobre Rispondi

    Mi piace tanto il vostro sito …. In esso leggo parole ed esperienze di vita vera,vissuta in pienezza ! Mi piacerebbe poter avere con voi Sorelle un’ amicizia epistolare ( via e-mail ovviamente), così da poter sentirmi più vicina a Voi, a quel mondo, a quella dimensione ,vera ed unica realta’ che ci può trasmettere pace e serenità! Grazie per “Esserci”. Prego sempre per voi! Che il Signore vi benedica! Vi abbracciò con affetto. Monica.

  • Lucia
    Pubblicato alle 20:23h, 25 Ottobre Rispondi

    Grazie, i commenti, la parola che trasmettete sono per me fonte di inesauribile sapienza.

Aggiungi un commento